
Caso Ikea: sindacalisti e avvocati preparano la controffensiva nei confronti della sentenza del giudice del tribunale del lavoro
“Abbiamo sentito Marica, che non sta bene perché non si aspettava questa sentenza, ma è determinata e convinta nel proseguire la sua battaglia e rivendicare il suo diritto al posto di lavoro”. Lo ha riferito Marco Beretta, segretario generale della Filcams-Cgil, parlando con i giornalisti nel corso di una conferenza stampa a Milano, in seguito al respingimento del ricorso da parte del giudice del lavoro per il licenziamento che la lavoratrice Ikea di Corsico, Marica Ricutti, aveva subito (leggi qui).
Sentenza non condivisa
“Siamo sbalorditi, – ha proseguito Marco beretta – rispettiamo questa sentenza ma non la condividiamo e continuiamo a considerare questo licenziamento illegittimo. Andremo avanti nella nostra battaglia legale. I problemi di Marica non sono stati tenuti in considerazione e gli interessi di una multinazionale sono stati anteposti a quelli di una lavoratrice che per 18 anni è stata dipendente Ikea. La Filcams non si fermerà qui perché quello di Marica è un problema più generale dei lavoratori della grande distribuzione organizzata”.
Situazione complicata
“Stiamo preparando l’opposizione a questo provvedimento che non considera che la lavoratrice aveva una situazione di difficolta’: l’ordinanza tralascia alcuni aspetti oggettivi nel gestire una situazione familiare complicata” ha sottolineato Maurizio Borali, legale di Marica Ricutti.
Ricorso in Appello
L’avvocato ha spiegato che “da ieri, cioè dal giorno di deposizione dell’ordinanza ci sono 30 giorni di tempo per opporsi” consapevole che “nel 95% dei casi lo stesso giudice conferma”, ma confida nel fatto che “in sede di Appello potremo far valere alcuni elementi e circostanze di fatto che non sono state considerate in questa fase”. Secondo Borali inoltre anche i testimoni sentiti hanno fornito solo una visione parziale: “Sono stati sentiti solo i responsabili di Marica, e anche una collega sindacalista della cui testimonianza però non c’è traccia nell’ordinanza”,
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