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“Siamo nelle mani di un folle e nessuno ci aiuta!”, il grido disperato degli abitanti del quartiere San Adele

“C’è un un uomo – sottolineano – che ha grossi problemi psichici, che vive in un box di via Milano 17/18 e che quotidianamente crea problemi agli altri inquilini degli edifici

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mercatino-nel--box“Viviamo in uno stato di insicurezza totale. Il nostro è un urlo di disperazione: chiediamo aiuto e ascolto da parte delle autorità, ma nessuno si muove!”. È l’appello che ancora una volta gli abitanti dei condomini che sorgono ai numeri 17 e 18 di via Milano, a Corsico, lanciano nella speranza che qualcuno risolva una situazione – a loro dire – ai limiti della sopportazione.

“C’è un un uomo – sottolineano – che ha grossi problemi psichici, che vive in un box di via Milano 17/18 e che quotidianamente crea problemi agli altri inquilini degli edifici e a chiunque abbia la sventura di incontrarlo nelle giornate in cui è preda dei suoi fantasmi”. “Non possiamo stare al parchetto – rivelano – perché aggredisce verbalmente, e a volte fisicamente, chiunque gli capiti a tiro: mamme con i propri figli, anziani che portano i propri animali domestici a fare una passeggiata, passanti che attraversano il quartiere”.

L’uomo, Francesco S. che oggi ha 58 anni, non è nuovo a intemperanze che hanno richiesto l’intervento dei carabinieri. Ha un passato con problemi di droga e un presente in cui l’alcool la fa da padrone. Vive in un box del condominio di via Milano 17, unica eredità dei suoi genitori. I quali, non riuscendo più a gestire le sue richieste di denaro, i suoi scatti d’ira, le sue violenze, lo hanno abbandonato.

Nel 2013 è stato protagonista di un episodio clamoroso: armato di ascia aveva minacciato i vicini, spaccando alcune porte a colpi di scure. Fu arrestato dai carabinieri e poi rimesso in libertà. Tornò a far parlare di sé due anni dopo quando fu rinchiuso in una cella di san Vittore dopo che aveva dato fuoco ad un’auto e a delle sterpaglie adiacenti un’azienda.

Sottoposto a numerosi Tso (trattamenti sanitari obbligatori) di carattere psichiatrico è sempre tornato nel suo box. Ed è diventato il tormento dei residenti non solo di via Milano, ma anche di via Diaz e Sant’ Adele. Sin ora si è sempre evitato il peggio. Ma i residenti del quartiere non ci stanno. “Siamo persone normali, contribuenti, elettori – ricordano – chiediamo di essere ascoltati dalle autorità, sia civili, sia dalle forze dell’ordine”.

Per essere ascoltati stanno organizzando una raccolta di firme con la quale chiedere al comune di farsi carico di una sistemazione diversa dell’uomo che è diventato l’incubo dell’intera zona. “Come si fa a permettergli – si chiedono – di vivere in un box che non ha abitabilità, né servizi?” E invitano le forze dell’ordine a monitorare con maggiore frequenza le attività dell’uomo, ultima delle quali è stata organizzare nel cortile di casa un mercatino di stracci e cianfrusaglie che ha attirano dell’edificio una messe di disperati dello stesso livello (foto in apertura dell’articolo).

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