
“Non si può morire così!”, il pianto dirotto di una donna ha accolto l’arrivo della bara con le spoglie di Manuel. “Era un bravo ragazzo … perché, perché…”. Le lacrime l’hanno interrotta strozzandole le parole in gola. Poco dopo è cominciata la cerimonia funebre, in una chiesa spoglia di qualsiasi riferimento religioso così come suggerirebbe l’immaginario. Rozzano ha dato l’ultimo saluto a Manuel Mastrapasqua il 31enne ucciso una settimana fa da Daniele Rezza per un paio di cuffie che valgono 15 euro. Una folla di amici, conoscenti, persone rimaste colpite dall’assurdità della sua morte si sono date appuntamento oggi pomeriggio alle 15 nella chiesa Evangelica Veritas che sorge in via Cavour, a qualche centinaio di metri dalla Cascina Grande.
Le iniziative
Sono state molte, nei giorni scorsi, le iniziative di solidarietà nei confronti della famiglia del giovane ucciso. L’intera città si è stretta attorno alla madre, alla sorella e al fratello. C’è chi ha organizzato una raccolta fondi, chi, come il Rozzano calcio, ha invitato tutti i propri calciatori e il pubblico che assisteva alle partite a indossare un paio di cuffie del modello di quelle indossate da Manuel al momento del suo assassinio. L’amministrazione comunale ha decretato il lutto cittadino per l’intera giornata di oggi: sugli edifici comunali sono state esposte le bandiere a mezz’asta mentre i commercianti sono stati inviatati a sospendere la propria attività durante le ore in cui si sono tenute le esequie.
Il sorriso leggero di Manuel
Esequie che sono state celebrate da pastore Keith Jones che ha detto: “Oggi è un giorno di grande tristezza, una vita giovane è stata strappata ai suoi affetti ed è giusto piangere ed esternare il dolore. Non è facile salutarlo. Siamo in tanti per darci forza. È giusto ricordare Manuel ma che parole si possono dire in un momento come questo. La presenza di tanta gente consola la famiglia”. “Ricordo il leggero sorriso che aveva sul volto. – ha continuato pastore Keith Jones – Pregavo per lui e con lui che credeva molto nella preghiera. È sempre stato un ragazzo propositivo. Anche se non si trovava benissimo non perdeva il sorriso. Le cosa si stavano mettendo bene per lui: aveva un lavoro, una fidanzata aveva dei progetti. Mai nessuno avrebbe pensato di doverlo salutare così presto. Avrebbe voluto che andassimo avanti, che non ci lasciassimo sopraffare dalla tristezza e dal dolore”.
Evento tragico
Con i familiari di Manuel – ha detto il pastore – “ho parlato e soprattutto pregato. Crediamo nella preghiera e abbiamo cercato di essergli vicini, a volte la vicinanza serve più di mille parole” ha detto il pastore all’esterno della chiesa. “C’è spazio per perdono? E’ difficile pensare a questa parola in un momento come questo”. “Per la nostra comunità” è stato un evento “tragico, abbiamo fatto girare alcuni ricordi del suo 30esimo compleanno festeggiato con i nostri giovani. Queste notizie le senti lontane quando le vedi al telegiornale, invece quando capitano a una persona che hai conosciuto colpisce forte. Non sono mancate le lacrime e i momenti di preghiera, e sicuramente ci vorrà del tempo per noi per metabolizzare e andare avanti”, ha concluso.
Il Signore è il mio pastore
Poi la parola è passata a Paolo, un altro amico di Manuel che ha recitato il salmo 23 di Davide: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome. Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me”. La funzione è proseguita davanti a centinaia di persone che avevano le lacrime agli occhi. Qualcuno ha segnalato la presenza dei genitori di Davide Rezza nella chiesa. La loro presenza, però non è stata confermata ufficialmente. Finita la cerimonia, un lungo applauso ha accolto il feretro all’ucita della chiesa. L’ultimo saluto a un ragazzo che ha pagato con la vita la follia di un altro giovane alla ricerca di se stesso.