Home Cronaca Riciclaggio di denaro sporco, la base operativa in un mobilificio di Cusago

Riciclaggio di denaro sporco, la base operativa in un mobilificio di Cusago

Sequestrati, tra disponibilità finanziarie e denaro contante, oltre 6 milioni di euro

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Nella foto, diffusa dalla Guardia di Finanza, i sacchetti della spesa colmi di denaroi sporco
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Nella foto, diffusa dalla Guardia di Finanza, i sacchetti della spesa colmi di denaroi sporco

Ripulivano i soldi della droga venduta nel nord Italia, li dividevano imbustavano e spedivano a una ditta di Vicenza attiva nel settore orafo che pensava a reimmetterli sul mercato. La base operativa secondo gli investigatori sarebbe un mobilificio di Cusago. Da qui un gruppo familiare gestiva le operazioni di riciclaggio tenendosi un profitto che andava dal 2 al 5 %.

Le perquisizioni

Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano nei giorni scorsi ha fermato tre persone coinvolte in un’inchiesta della Dda su un presunto riciclaggio di denaro sporco, attraverso il «sistema hawala», «denaro connesso al traffico internazionale di sostanze stupefacenti». Durante l’indagine sono state effettuate «perquisizioni in alcune abitazioni e aziende tra Cusago, Novara e Vicenza» e sono stati sequestrati, tra disponibilità finanziarie e denaro contante, oltre 6 milioni di euro.

I mobilieri di Cusago

Al centro delle indagini ci sarebbe «un gruppo familiare, con base a Cusago, formalmente impegnato nella conduzione di un mobilificio», spiegano gli investigatori, «ma, di fatto, dedito al riciclaggio, tramite sistema ‘hawala’, di ingenti somme di denaro provento principalmente del traffico internazionale di sostanze stupefacenti a Milano e nel Nord Italia». Cos’è il sistema “hawala”? Un sistema che permettere di muovere soldi in modo veloce ed economico senza coinvolgere banche e istituti di credito.

 Gli agenti hawaladar

Spesso è quindi utilizzato dai criminali per spostare soldi senza lasciare particolari tracce. A tenere in piedi questo sistema sono soprattutto due “agenti” chiamati “hawaladar”: uno si trova nel luogo di partenza del denaro e l’altro nel luogo di destinazione. E proprio a queste due persone si rivolge chi vuole trasferire il denaro e il beneficiario. Tutto ruota attorno alla parola d’ordine: la transazione infatti viene autorizzata in base ad una parola d’ordine che il cliente comunica al hawaladar che si trova nel paese di partenza dei contanti in fase di consegna dei fondi. Saranno poi i due hawaladar ad accordarsi e a informare anche il beneficiario finale della parola d’ordine.

I sacchetti della spesa

Il denaro, «contato e confezionato nei sacchetti della spesa» a Cusago, veniva poi trasferito a una società di Vicenza attiva nel distretto orafo. Tra i fermati, da quanto si è saputo, ci sono cittadini turchi e siriani. Gli «hawaladars, riservandosi un margine di profitto dal 2% al 5%» sui soldi riciclati, stando alle indagini, «si sono dimostrati estremamente versatili nelle operazioni di prelievo e consegna del denaro contante, essendo inseriti in più strutturato e ramificato network di corrieri utilizzato per diverse finalità illecite». In sostanza trasportavano di tutto.

I mobilieri di Novara

Tra le varie perquisizioni svolte dai finanzieri due si sono svolte in provincia di Novara. Una a Trecate al domicilio di una delle tre persone fermate dove i militari non hanno trovato nulla come nella successiva perquisizione in un mobilificio di San Pietro Mosezzo dove apparentemente era impiegata una seconda persona delle tre fermate. Anche gli indagati di Cusago erano formalmente impegnati nella conduzione di un mobilificio. Per tutti l’accusa è traffico di droga e riciclaggio.

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