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Pruiti: se fossi eletto, sarei il sindaco del fare

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 È uno dei candidati alla carica di primo cittadino di Buccinasco alle primarie del centro sinistra, candidatura che contende a Rosa Palone e a David Arboit

Ha deciso di dedicarsi alla politica dopo l’incidente di Cernobyl. Si trovava a Vienna e fu circondato da “omini vestiti di bianco” con in mano una specie di aspirapolvere che aspiravano il pulviscolo depositato sulle strade. Allora decise: “da grande farò l’ecologista”. Tornato in Italia si candidò nelle fila dei Verdi nel consiglio di zona Baggio. Ha il pallino della legalità ereditato dal padre, membro delle forze dell’ordine, medaglia d’argento conquistata in servizio, morto nel 1985. Anche lui ha lavorato per due anni nella polizia di stato, poi è entrato nella vecchia Sip ed è stato assegnato ai rapporti con la magistratura. Trasformata la Sip in Telecom, oggi si occupa di certificazioni di qualità. È sposato e ha un figlio di 14 anni.
Rino Pruiti è uno dei candidati alla carica di sindaco di Buccinasco alle primarie del centro sinistra, candidatura che contende a Rosa Palone e a David Arboit.

Perché un elettore del centrosinistra dovrebbe votare per lei alle primarie?
“Perché sono l’unica alternativa rispetto a una guida ideologica. Io non ho un partito da cui ricevere ordini. Nel Pd, come in tutti i partiti, se i vertici decidono una linea, tutti si devono adeguare. Con me questo non accade. Io metto al primo posto Buccinasco. Se per esempio il Pd regionale decidesse di prolungare la MM4 verso Bresso, Monza e via via verso Nord, quali esponenti del Pd avrebbero il coraggio di opporsi? Invece la metropolitana è una priorità per Buccinasco e non smetterò mai di battermi sino a quando non sarà realizzata”.

Lei ha perso le primarie del 2012 per 80 voti, come conta di recuperarli?
“Sono convinto che la via della lista civica sia la migliore per recuperare alla politica anche gli elettori del centrodestra di Buccinasco delusi dagli eventi che ne hanno caratterizzato la storia in questi ultimi anni. Il centrodestra è passato dal 60 al 20%. Ci sono migliaia di elettori da recuperare affinché possano esprimere la loro opinione. Ancor più del centrosinistra, io posso rappresentarli tutti, qualunque sia la loro collocazione”.

Lo stesso discorso potrebbe farlo Arboit…
“Intanto la sinistra non si sente rappresentata dal candidato del Pd, di estrazione cattolica, e probabilmente voterà per il M5s. Il Pd ha solo il 17% dei voti, la nostra lista civica il 12% e siamo noi che abbiamo i maggiori margini di crescita se riusciremo a intercettare i voti di tutti coloro che attualmente non si sentono rappresentati”.

Quali sono le differenze sostanziali tra la sua visione di governo cittadino e quella dei suoi avversari nella corsa alle primarie?
“La visione è completamente diversa. Io sono “severamente pragmatico”, non ho nulla di ideologico, nulla di politichese. Non credo che il candidato Pd abbia lo stesso pragmatismo e la stessa capacità di affrontare le cose concrete che ho io. Ed è per questo che mi piacciono le primarie, perché è il popolo che decide chi candidare e lo decide in base alle cose che ha fatto”.

Due candidati alle primarie espressi da una stessa lista significa che quella lista ha nelle sue fila buone personalità o che quella stessa lista è priva di una leadership riconosciuta?
“Noi non vogliamo alcuna leadership. La lista civica è un contenitore, nessuno ne è il capo. Paradossalmente i nostri candidati alle primarie potevano essere di più. Sono orgoglioso della candidatura di Rosa Palone, di una donna che in questi cinque anni ha imparato a conoscere i meccanismi che regolano la macchina comunale. Certo adesso si deve guadagnare la promozione e se otterrà più preferenze le dirò “bravissima” e collaborerò con lei”.

Non correte il rischio di favorire il candidato Pd?
“È un rischio che ci prendiamo. Ma, chiunque vinca, la lista civica Noi di Buccinasco si impegnerà con tutte le sue forze a sostegno del candidato promosso con le primarie. Noi rispetteremo il patto di lealtà sottoscritto con i nostri alleati”.

Perché non schierarsi con il centrodestra visto la quantità di elettori da recuperare?
“Perché non è presentabile, non si è rinnovato, non è credibile. L’ex sindaco Cereda non ha mai firmato le dimissioni, e all’interno della coalizione che lo supportava ci sono ancora gli stessi personaggi. Non solo. Molti di loro sono legati a interessi specifici che riguardano il territorio. Rispetto e stimo Serena Cortinovi, ma arriva da fuori perché il centrodestra non ha alcun rappresentante locale presentabile”.

Sembra che abbia un conto aperto con il M5s. È una questione di uomini che non le piacciono o di idee?
“Quando il M5s è nato, visto che il mondo dei partiti è molto distante da me, avevo molte aspettative: il movimento di Grillo poteva e doveva cambiare l’Italia. Che delusione. Sono privi di pragmatismo e ricorrono spesso all’insulto per difendere posizioni indifendibili. A Buccinasco poi, nel movimento ci sono saltafossi che sono passati dai centristi a liste promosse da imprenditori del mattone, sino a diventare valletti di Cereda. Alcuni di loro sono gli autori delle denunce che hanno avvelenato inutilmente la vita politica di Buccinasco negli ultimi anni, denunce che la magistratura ha archiviato perché non era stato commesso alcun reato”.

Alle elezioni comunali di Buccinasco, del maggio 2012, è stato il Consigliere comunale più votato in assoluto. Pensa di ripetere quella performance?
“Non solo penso di ripetere quella performance, ma sono intimamente convinto di vincere sia le primarie, sia le amministrative. I voti che ho ricevuto e che riceverò sono di persone che mi apprezzano, che conoscono la passione che metto nel fare, la predisposizione che ho a trovare risposte per chiunque abbia cose da chiedere”.

Dal 30 maggio 2012 è stato nominato Vice-Sindaco e Assessore ai Lavori Pubblici e a molto altro: quali sono i progetti che non è riuscito a realizzare?
“Per rispondere a questa domanda non possiamo prescindere da quel che accaduto durante e dopo la caduta della giunta Cereda. Negli uffici tecnici comunali abbiamo quattro dipendenti che sono stati condannati nel giudizio di 2° grado. Certo, bisogna spettare la sentenza della cassazione, ma alcuni di loro mi sembrano brave persone. Indipendentemente dai miei sentimenti, va sottolineato che il caso Cereda e gli altri che poi sono emersi, hanno coinvolto la macchina comunale devastandola. Il commissario ha allontanato alcuni dipendenti, ma noi non potevamo sostituirli. Quando ci siamo insediati abbiamo trovato gente impaurita, con dipendenti che passavano più tempo in tribunale che in municipio. Nessuno si assumeva alcuna responsabilità e chi provava a fare qualcosa si trovava di fronte un muro invalicabile”.

La paralisi, mi sta dicendo, non è dipesa da questioni economiche…
“Economicamente il comune è in grado di investire, non siamo riusciti a fare quello che ci eravamo prefissati solo perché la macchina comunale era paralizzata. Da un anno, la situazione è cambiata e abbiamo cominciato a fare di più: più strade, più marciapiedi. Buccinasco non ha mutui da pagare e onora regolarmente i suoi fornitori. L’Anci ha classificato il nostro comune al 3° posto tra quelli più virtuosi della Lombardia. Stiamo rinascendo…”

Avrete commesso qualche errore…
“L’errore è stato non applicare la legge che prevede di ricorrere a professionisti esterni reclutati mediante bando pubblico. Servivano e servono un architetto, un legale, un esperto di istruzione e servizi sociali. Siamo stati troppo restii a investire quei soldi”.

 Il prolungamento della MM4 è solo un sogno o è destinato a diventare realtà?
“Per me è una realtà. Non c’è nessuno che dica di no. La Regione dice sì, Milano dice sì perché è nel suo Pgt, è previsto nei progetti di Atm. Bisogna solo capire da che parte va. L’assessore regionale Granelli si è proposto come regista, c’è anche il preventivo per lo studio di fattibilità i cui costi sarebbero al 75% a carico della Regione. Il guaio è che da sei mesi non si è sentito più nessuno, tanto che alcuni consiglieri che sostengono la giunta Sala a Milano hanno presentato un’interrogazione e chiesto perché non si procede”.

Secondo l’altro candidato del centrosinistra Arboit, se ne parlerà dopo il 2023, secondo lei?
“Questa è una priorità. Se fossi eletto sindaco dedicherei ogni forzo per accelerare i tempi. C’è anche l‘area su cui costruire la stazione e i parcheggi. Non manca nulla.  Non possiamo aspettare il 2023. Lo studio di fattibilità potrebbe essere pronto in tre mesi e gli stessi gestori della metropolitana consigliano di fare i lavori di stazione e parcheggi in contemporanea con la posa dei binari perché costerebbe di meno. Il prolungamento, per me, è una priorità assoluta”.

Lei ha già denunciato il fatto che Milano scarichi sull’hinterland i costi del blocco del traffico. In queste occasioni, nel capoluogo si potenziano i mezzi e si adotta il biglietto unico giornaliero. Ai comuni dell’hinterland, invece, è stato detto che se vogliono potenziare in quei giorni devono pagare il conto ad Atm. Mancano i mezzi e la situazione è diventata insostenibile. Come se ne esce?
“Buccinasco paga 550mila euro all’anno per garantire i servizi delle autolinee sul suo territorio. Versa nelle casse Atm 4 euro a chilometro per ogni corsa. Non solo. Atm incassa anche i soldi dei biglietti, tutti extraurbani. Non si può andare avanti così. Servono infrastrutture e serve adeguare il costo dei biglietti a quello urbano. Alcuni residenti abitano a pochi metri dal tragitto di alcune autolinee e, rischiando, acquistano biglietti e abbonamenti urbani. Perché dobbiamo costringerli a questo tipo di soluzione? I costi sono insostenibili. Buccinasco contribuisce versando nelle tasche degli studenti un contributo di 100 euro per l’abbonamento, per un totale di 120mila euro l’anno. Noi diamo, Milano prende e, in cambio, dà poco, anzi pochissimo”.

Cosa farebbe se fosse eletto sindaco?
“Per dargli una mossa, potrei bloccare il traffico in entrata sul territorio di Buccinasco proveniente da Milano. Interverrebbe il prefetto, ma intanto solleverei il problema”.

Buccinasco e ‘ndrangheta, è una domanda inevitabile…
“Ci definiscono Capitale della ‘ndrangheta. Da noi ci sono duemila famiglie originarie della Calabria, in totale 5 o 6 mila persone. Non vanno criminalizzate, ma in alcune famiglie ci sono elementi che non possono votare, pregiudicati, alcuni dei quali continuano a svolgere attività criminali. È un dato di fatto confermato dai nove immobili confiscati che, in maggioranza, sono appartamenti e ville. È una realtà con la quale dobbiamo fare i conti e contrastare con tutte le nostre forze”.

Chiudiamo parlando di sicurezza?
“In quest’ambito c’è un progetto già in corso: l’installazione di una serie di telecamere innovative che riconoscono gli oggetti, le targhe e i volti. Ogni filmato sarà a disposizione delle forze dell’ordine. Un altro progetto già avviato è l’acquisizione dei pali dell’illuminazione che affideremo a una nuova azienda per il loro efficientamento”.

Qualcosa da fare?
“L’avevamo proposto ma non è ancora diventato un progetto esecutivo.  Vorremmo sottoscrivere un contratto con un servizio di polizia privata che già sorveglia le aziende presenti sul territorio e affidargli il compito di sorvegliare anche siti comunali e, se aderissero, anche condomini. In caso di necessità garantirebbero un pronto intervento armato. I carabinieri non possono fare miracoli. Sul fronte della polizia locale, poi, dovremmo portare l’organico ad almeno 20 unità e riuscire a “mettere in strada” gli agenti oggi impiegati negli uffici. Non possiamo lasciare la sorveglianza del territorio nella mani di fantomatici gruppi di quartiere che, a volte, interferiscono, come è già capitato, con importanti operazioni delle forze dell’ordine. Ognuno deve fare il proprio lavoro”.

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