Per la sua performance, Paky si è presentato sul palco con tanto di bomber e borsello griffati, e ha cantato il suo brano “Blauer”, “censurato” nelle parti che contengono insulti e volgarità. Finita la sua esibizione, ha dedicato un saluto speciale “a tutti i ragazzi di Rozzano e a tutti i fratelli in galera”.
Il suo saluto non ha provocato alcuna reazione da parte dei conduttori dei Tim Music Awards, che si sono limitati a ringraziarlo. Nessuna perplessità su quel saluto, nessun imbarazzo. Il video è ancora visibile su RaiPlay. Per la Rai è tutto a posto.
Non per i social che si sono scatenati. “Vi rendete conto a chi date visibilità?” è il commento più gentile. “Ma perché vado a lavorare?”, “Silenzio assordante da parte dei conduttori e della rete”, “Ma che musica è?”, “Mamma mia che personaggi” sono solo alcuni degli altri post.
Così, dopo il bluff del concerto “abusivo” che in realtà stando ai funzionari della questura era autorizzato, dopo il caos provocato durante la registrazione del video di “Rozzi” con centinaia di ragazzi che avevano invaso il parcheggio del Fiordaliso, ancora una volta Paky fa parlare di se, gratuitamente. Se decidesso di metter su un ufficio stampa o di comunicazione, probabilmente otterrebbe più successo di quel che ha ottenuto sinora.