Home Attualità Nuove tecnologie: nasce l’ambulatorio virtuale per combattere cancro

Nuove tecnologie: nasce l’ambulatorio virtuale per combattere cancro

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L’opinione di Armando Santoro, direttore del Cancer Center dell’Humanitas di Rozzano, sulla piattaforma digitale presentata in occasione della Digital Week, tenutasi lo scorso weekend a Milano

Aiutare i medici nella gestione dei pazienti in modo che possano accedere in modo organizzato e corretto a una nuova terapia, la cosiddetta Car T, nell’ambito dell’immuno-oncologia. Oggi è possibile grazie a Welcare, una piattaforma digitale che consente ai clinici di scambiarsi informazioni sui pazienti potenzialmente candidabili alla terapia, di seguirne lo screening e, dopo l’infusione della terapia, il follow up.

Ambulatorio virtuale

La novità è stata presentata in occasione della Digital Week, tenutasi lo scorso weekend a Milano. Welcare è un vero e proprio “ambulatorio virtuale” che poggia su una piattaforma digitale sviluppata da Novartis, pioniera nello sviluppo delle terapie Car-T, insieme alla start up milanese Soluzioni Salute Informatica.

Terapia complessa

“Car-T è un modello di terapia assolutamente innovativo che, almeno in alcune malattie ematologiche, sta dando risultati rivoluzionari. – afferma Armando Santoro, Direttore del Cancer Center di Humanitas Clinical and Research Center, Irccs e Professore di Oncologia Humanitas University Rozzano, Milano – D’altro canto si tratta di una terapia complessa che per essere somministrata ha bisogno di un’equipe multidisciplinare.

Ingegnerizzazione dei linfociti

È una terapia innovativa che prevede l’ingegnerizzazione dei linfociti T del paziente in modo che possano riconoscere e combattere le cellule cancerose. Il processo prevede il prelievo, la re-ingegnerizzazione e la re-infusione delle cellule del sistema immunitario nel paziente: operazioni che possono essere eseguite con efficacia e sicurezza solo in centri altamente specializzati, per i quali l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) ha stabilito dei criteri specifici da rispettare.

Lavoro di equipe

Per poterla praticare l’ematologo da solo non basta, c’è bisogno di chi si occupa della raccolta delle cellule, di neurologi, rianimatori e infettivologi per la gestione degli eventuali eventi collaterali. Car-T è una terapia diversa da quelle finora a disposizione e deve essere quindi affrontata in modo nuovo per evitare ai pazienti qualunque tipo di rischio e dare loro la possibilità di accedere al miglior trattamento possibile.

Possibilità concreta

Per i pazienti affetti sia da linfoma a grandi cellule B sia da leucemia linfoblastica acuta, in entrambi i casi resistenti ad altri trattamenti, la terapia Car-T rappresenta una possibilità concreta di cura: circa il 40% dei pazienti affetti da linfoma ha delle risposte durature nel tempo, mentre per la leucemia linfoblastica acuta del bambino e del giovane adulto le risposte durature sono nell’ordine del 60-65%.

Intelligenza artificiale

La nuova piattaforma è uno strumento digitale che in prospettiva coniugherà sistemi di telemedicina e intelligenza artificiale (Ai), consentendo ai clinici di poter affrontare in maniera più fluida la complessità legata a questa terapia, grazie innanzitutto al network tra loro nelle diverse fasi del trattamento Car-T ma anche ai dati contenuti nel database – resi anonimi e strutturati – per fare ricerca e migliorare quindi la pratica clinica. Un progetto che assume una rilevanza ancora maggiore in questo particolare momento storico in cui il Covid-19  obbliga a ripensare le modalità di gestione del paziente oncologico.

Ruolo cruciale

Secondo Fabio Ciceri, Direttore di Ematologia e Trapianto del Midollo Osseo e Vice-direttore scientifico Irccs San Raffaele, Milano “L’emergenza che stiamo vivendo ci ha fatto comprendere quanto sia cruciale il ruolo della tecnologia digitale e quanto in futuro non potremmo più farne a meno di strumenti all’avanguardia come questo.” La piattaforma infatti soddisfa due necessità importanti nella presa in carico e cura di un paziente sottoposto a terapia Car-T: da una parte migliora l’accesso alle terapie anche di chi non si trova vicino a un centro autorizzato alla loro erogazione, dall’altra aiuta i pazienti a rimanere in contatto ed essere seguiti dal centro presso il quale è stata somministrata la terapia.

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