Home Il Fatto del Giorno Nell’anniversario dell’incendio della Torre del Moro, a Trezzano scatta un campanello d’allarme

Nell’anniversario dell’incendio della Torre del Moro, a Trezzano scatta un campanello d’allarme

Riguarda i lavori di ristrutturazione due palazzine in via Pascoli 30: secondo alcuni residenti per le coperture sarebbero stati usati materiali infiammabili

0
Nella foto, le due palazzine di via Pascoli 30, oggetto dell'intervento
via-pascoli-30-trezzano-sul-naviglio
Nella foto, le due palazzine di via Pascoli 30, oggetto dell’intervento

Due anni fa, il 29 agosto 2021, la Torre dei Moro, un edificio di 16 piani in via Antonini a Milano prendeva fuoco, lasciando senza un tetto poco meno di un centinaio di famiglie. Poteva essere una tragedia che fu evitata grazie all’allarme lanciato da passanti e abitanti degli edifici vicini che videro nere colonne di fumo levarsi dal palazzo. Quell’episodio aveva acceso un faro sulla sicurezza degli edifici. Ventiquattro mesi dopo, i rischi sono rimasti gli stessi. E a dirlo sono l’associazione Confabitare e molti architetti che lavorano a Milano e dintorni.

Il caso Trezzano

Nella foto, il cartiglio dei lavori

Si tratta di un pericolo che potrebbe interessare anche Trezzano, se trovassero conferma due denunce trasmesse alla procura della Repubblica dalla Polizia locale, oltre alle segnalazioni inviate a sindaco e vicesindaco della città. Riguardano i lavori di ristrutturazione finanziati da Ecobonus di due palazzine (A e B) in via Pascoli 30. Nell’aprile 2022 c’era stato un primo sopralluogo della Polizia locale (in riferimento alla palazzina B dove erano stati apposti i pannelli in fibra di canapa su una delle facciate). In seguito a delle irregolarità riscontrate dagli agenti era partita alla volta della Procura della Repubblica di Milano una prima denuncia.

Doppio sopralluogo

Nell’agosto 2023, solo poche settimane fa quindi, i pannelli di canapa sono stati installati pure su una facciata della palazzina A. C’è stato un nuovo sopralluogo della Polizia locale con una nuova informativa di reato inviata dagli uomini del comandante Festa alla Procura. Le irregolarità riguarderebbero la copertura delle facciate delle due palazzine. Il capitolato d’appalto, presentato per ottenere l’Ecobonus, e la Cilas depositata in Comune, prevedevano l’applicazione di pannelli di lana di roccia o lana di vetro, materiali considerati ad alta prestazione ignifuga. Anzi secondo la classificazione europea, che ha una scala da A/1 a F, sarebbero incombustibili.

La classificazione europea

La facciata dell’edificio A di via Pascili 30 con i pannelli di canapa

Orbene, la stessa scala europea avverte che quelli certificati da B a F bruciano in ordine crescente. Cosa significa? Quelli in classe F bruciano molto di più di quelli in classe B. E visto che in via Pascoli sono stati applicati pannelli in lana di canapa, classificati in classe F dagli stessi produttori, le preoccupazioni dei residenti potrebbero essere più che giustificate. Non solo in termini di sicurezza, ma anche in termini economici. “Se il progetto prevedeva l’installazione di pannelli in lana di vetro, l’applicazione di quelli in lana di canapa potrebbe far perdere i finanziamenti?” si chiedono alcuni.

I contrasti tra le imprese edilizie

General contractor dell’intervento edilizio è l’impresa Berti 1 che ha sede all’Aquila, che aveva appaltato i lavori alla Edilsalapia la cui sede legale si trova a Barletta, in Puglia. Il valore dell’appalto era di 3.280.703 euro più iva. Nei mesi scorsi tra le due aziende sarebbero nati contrasti di natura economica messi in evidenza durante un’assemblea condominiale tenutasi lo scorso aprile. Di certo c’è che lo scorso giugno, solo due mesi fa, quindi, la Edisalapia è stata sostituita dal Gruppo Effe srl di Milano. Lo stesso dicasi per il direttore e responsabile dei lavori, sostituito da Luca Gemellaro.

L’esposto inviato in comune

Sulla vicenda è stato inviato un esposto anche al sindaco Bottero e al vicesindaco Spendio con la richiesta di intervenire per tutelare la sicurezza dei residenti che abitano nelle due palazzine. La risposta del comune? In un primo momento l’ufficio cui era stato assegnato l’esposto si era detto disponibile a una verifica e aveva incaricato un architetto per i controlli. Poi, all’improvviso c’è stato una specie di scaricabarile: “Non tocca e me”, “non è di mia competenza” tanto che l’incarico all’architetto è stato revocato e non se ne è fatto alcunché.

La parola agli esperti

Ora, tornando alla Torre del Moro, i vigili del fuoco avevano sottolineato “l’estrema velocità e facilità con cui i pannelli di rivestimento dello stabile sono andati distrutti”. “Bruciati come cartone” furono le parole usate dal procuratore aggiunto, Tiziana Siciliano. I pannelli di rivestimento del palazzo non avevano retto al fuoco perché non erano ignifughi. Lo aveva dichiarato anche il professor Angelo Lucchini, docente di Architettura tecnica al Politecnico di Milano. “Trattandosi di materiali che costano meno di quelli più ignifughi, e considerando il grande successo del superbonus al 110% – aveva aggiunto Stefano Boeri – c’è il rischio serissimo che in assenza di regole chiare, molti privati e operatori immobiliari preferiscano oggi utilizzare rivestimenti più economici e meno sicuri. Ed è un rischio che non possiamo correre, come dimostra non solo l’incendio della Torre del Moro ma anche la terribile tragedia della torre di Grenfell Tower a Londra”.

Il general contractor

Il pericolo è quindi reale? Probabilmente sarà la magistratura a dare una risposta a questa domanda. pocketnews.it, dal canto suo, ha contattato Luca Bergamotto amministratore delegato della Berti 1, che a proposito dei pannelli in lana di canapa ha detto: “Il direttore dei lavori dell’intervento di Trezzano ha sottolineato come l’infiammabilità deve essere certificata sull’intero pacchetto installato. Sopra il pannello di canapa ci sono molti altri materiali che lo renderebbero sicuro. Noi però, per essere certi che non ci sia pericolo, abbiamo incaricato un laboratorio di Milano affinché certifichi l’idoneità della soluzione utilizzata. Sinora non abbiamo proceduto con la sua copertura perché nel caso il parere sia negativo, siamo disponibili a rimuoverlo e a sostituirlo” e ha promesso: “Non procederemo sino a quando non avremo la certezza che sia a norma”.

 

 

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version