Il bilitz attorno alle 13, a casa di una delle figlie a Platì. Era seduto a tavola e pasteggiava tranquillamente con la madre, la moglie, la sorella e i sei nipoti
Chi esce e chi entra. Dopo la liberazione per “scontata pena” di Rocco Papalia, un altro Rocco varca le soglie delle carceri italiane. Questa volta in senso inverso. Si tratta di Rocco Barbaro che, con Papalia, si divide il titolo di boss dei boss, della cosca Papalia-Barbaro. È stato arrestato ieri, durante un blitz condotto dai carabinieri del reparto operativo di Reggio Calabria. Era a Platì, storica roccaforte del suo clan, a casa della figlia.
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Gommista a Buccinasco
Per anni domiciliato a Buccinasco, dove ha svolto l’attività di gommista, Rocco Barbaro è considerato uno dei latitanti più pericolosi cui le forze dell’ordine davano la caccia. Infatti, era già sfuggito all’arresto nel 2015 e da allora si era dato alla macchia. Trafficante di droga, Rocco Papalia è figlio di “Cicciu u Castanu”, re dei rapimenti negli anni Ottanta. Quest’ultimo sta scontando l’ergastolo per l’omicidio del brigadiere dei carabinieri Antonino Marino.
Pranzo indigesto
I carabinieri hanno sorpreso Rocco, attorno alle 13, a casa di una delle figlie a Platì. Era seduto a tavola e pasteggiava tranquillamente con la madre, la moglie, la sorella e i sei nipoti. Il pranzo gli è andato di traverso, nonostante avesse disseminato il territorio di sentinelle. Quando si è trovato di fronte i militari, ha capito che non aveva scampo e si è arreso. Non ha perso però l’occasione di comportarsi da boss, invitando la madre ad offrire un caffè ai suoi ospiti “perché poi dobbiamo andare”.
Folla silenziosa
Appena a Platì si è diffusa la notizia del blitz, una folla di curiosi si è radunata attorno alla casa dei Barbaro: uomini, donne, ragazzini. Tutti, in silenzio, hanno seguito con lo sguardo il boss mentre veniva caricato caricare su una delle auto dei carabinieri. Per qualche attimo si è temuto che la folla desse vita a gesti contro i carabinieri, ma per fortuna non è accaduto nulla.
Barista a Milano
Due anni fa, Barbaro era sfuggito agli investigatori che si erano presentati a casa sua per arrestarlo. Era riuscito ad evitare le manette grazie alle sue sentinelle, che poi lo hanno protetto mentre si nascondeva in Aspromonte. Oltre all’officina da gommista aperta a Buccinasco, a Milano, in pieno centro città, Barbaro aveva acquistato con i proventi dei suoi traffici illeciti, il bar “Vecchia Milano”, gestito dal figlio Francesco. Da ieri è richiuso in una cella del carcere di Reggio Calabria.