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‘Ndrangheta a Buccinasco, sequestrati i terreni di Pasquale Zappia, il «Mastro Generale» dei clan calabresi

Nel mirino le proprietà del valore di mezzo milione di euro riconducibili all’84enne boss, condannato nel maxi blitz Infinito-Crimine del 2010

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I carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Pavia hanno proceduto al sequestro, propedeutica alla confisca, di vari terreni nel comune di Buccinasco di proprietà di Pasquale Zappia, 84 anni, originario di Platì, Reggio Calabria, noto come uno dei capi della ‘ndrangheta calabrese. L’operazione è stata eseguita su delega della Procura della Repubblica di Milano – Direzione distrettuale antimafia.

Il Mastro Generale

L’analisi degli investigatori ha permesso di evidenziare una sproporzione tra i redditi dichiarati negli anni e i beni posseduti da Zappia. In particolare il provvedimento riguarda terreni a Buccinasco per un valore di mezzo milione. Zappia nel 2009 era stato scelto, per i suoi trascorsi e la sua «fedeltà» all’organizzazione, come «Mastro Generale», ovvero il boss che avrebbe dovuto aiutare la ricostruzione delle”locali” della ‘ndrangheta nel milanese dopo lo scontro che aveva portato all’assassinio di Novella, mammasantissima che pretendeva una maggiore autonomia dei clan della Lombardia rispetto alle direttive decise in Calabria.

Il codice antimafia

«I beni acquisiti – sottolinea una nota dei carabinieri di Pavia – erano frutto di investimento di proventi tratti dalla commissione di delitti lucro-genetici e come, pertanto, fossero meritevoli di recupero da parte dello Stato attraverso l’applicazione del Codice Antimafia”. Pasquale Zappia è stato coinvolto nel 1993 nell’operazione “Nord-Sud” e successivamente condannato nel processo “Infinito”. Dopo la condanna, gli accertamenti su Zappia non si sono fermati. La storia giudiziaria dell’uomo è stata messa a confronto con gli introiti patrimoniali progressivamente accumulati e questo ha permesso agli inquirenti di accertare che i beni acquisiti erano frutto degli investimenti fatti sfruttando i proventi delle attività illecite.

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