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Lottizzazione ex area Burgo, 300mila metri cubi di cemento senza padri né madri o… madrine

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La Giunta in carica nel 2004 – 2005 anno della firma del piano particolareggiato era una coalizione che oltre all’allora Ds comprendeva “Insiene per Corsico” e Verdi

Questo articolo doveva essere un’”errata corrige” di quello sull’edificazione dell’ex quartiere Burgo pubblicato venerdì scorso da pocketnews.it (leggi qui) che contiene un paio di imprecisioni, imprecisioni di cui chiediamo scusa ai nostri lettori. La prima riguarda l’ex sindaco Ferrucci che nel 2005 non ricopriva la carica e quindi non poteva firmare la lottizzazione dell’ex area Burgo, la seconda riguarda Rifondazione che non era in maggioranza e che non approvò la stessa lottizzazione.

Dato a Cesare (cioè a Ferrucci e Rifondazione) quel che è di Cesare, tutto il resto è sostanza e fa specie la gara di esponenti o ex esponenti del Pd e di tutta la galassia che ruota attorno al partito che fu di Enrico Berliguer nel rinnegare la paternità di un’operazione che proprio negli allora Ds (Democratrici di sinistra) ebbe origine e compimento. Leggendo ciò che costoro hanno pubblicato sui vari social, la lottizzazione ex Burgo non ha padri, né madri e nemmeno…. madrine.

In rinforzo a quelle locali, le truppe cammellate sono arrivate anche dai comuni vicini e hanno sempre gli stessi cognomi (Pezzenati e via via discorrendo). Gente che non è in grado di distinguere la Pravda da un giornale vero. Gente per cui la lottizzazione ex Burgo dopo l’Annunciazione avvenuta grazie all’Arcangelo Gabriele, è nata per grazia ricevuta e per grazia ricevuta si è sviluppata. Peccato che qui non si parla di falegnami e nemmeno di seghe o pialle, ma di metri cubi di cemento.

Vediamo di fare un po’ di cronistoria. La Giunta in carica nel 2004 – 2005 a guida Graffeo era una coalizione che oltre appunto all’allora Ds comprendeva “Insiene per Corsico” e Verdi. Certo gli esponenti dell’attuale Pd non sono quelli di quindici anni fa, ma c’è un’eredità storico politico amministrativa che Ventura e company non hanno mai rinnegato.

Anche in “Insienme per Corsico” era tutta un’altra musica, anzi tutti altri uomini. Masiero non si era ancora avvicinato alla lista civica. C’era Magnoni, ma il dominus era Busnati, l’allora vicesindaco. Tutti insieme hanno condiviso un progetto nato qualche anno prima e lo hanno reso esecutivo. Lo hanno votato perché ci credevano? Perché allora non assumersene le responsabilità? Non fu certamente solo una decisione dell’ex sindaco Ferrucci e bene ha fatto Gianluca Vitali, candidato sindaco del M5 stelle a tirare fuori la questione.

È vero, la Ferrucci non firmò il Piano particolareggiato, quello era compito di Graffeo, ma era uno dei leader dei Ds in Consiglio comunale e come i suoi compagni di maggioranza votò tutto: lottizzazione e relativi piani. Qualcuno forse ancora ricorda come in quella legislatura ci fu una fronda interna al partito (la fronda della “banda dei quattro” di maoistica memoria).

La fronda anti Graffeo si coagulò proprio sulle questioni urbanistiche. Era capeggiata da Antonino Russo (di vecchia scuola Pci, ex proprietario di una edicola in via Sant’Adele e a lungo considerato il delfino di Giorgio Perversi). Russo si collocò all’opposizione assieme ad Adinolfi e Grego dei Ds e Francesco Grieco dell’allora Psi.

 Il ruolo della Ferrucci, come di ognuno dei suoi compagni di allora, era fondamentale per il raggiungimento dei numeri che permisero all’allora maggioranza di sopravvivere alla fuoriuscita dei quattro e di approvare lottizzazioni che prevedevano insediamenti per oltre 300mila metri cubi di cemento (oltre alla ex Burgo ce ne sono delle altre). Chi volesse divertirsi potrebbe accedere agli atti e rileggersi i verbali dei Consigli comunali di allora, compresi gli interventi della Ferrucci e degli altri membri dei Ds contro i dissidenti, in difesa di quelle scelte urbanistiche. Rifondazione in quella legislatura era all’opposizione e voto contro.

Durante la legislatura 2005 – 2010, Graffeo ancora sindaco, la Ferrucci era assessore alla Pubblica istruzione e neppure per un minuto ha mai messo in discussione una sola virgola della politica urbanistica di Graffeo e compagni. Solo alla fine si è ribellata al suo sindaco perché voleva candidarsi alla poltrona di primo cittadino contro il candidato di Graffeo che allora era Molisse.

In un post la Ferrucci, quasi chiedendo scusa, ha scritto che non si era resa conto al momento dell’approvazione dell’impatto che quelle cubature avrebbero avuto sul territorio. Un’ammissione gravissima per un amministratore pubblico che decide e traccia le linee di sviluppo della propria città. Quali e quante altre scelte sono state adottate con la stessa inconsapevolezza?

 Non solo. Il Pgt vigente è stato congegnato dalla Giunta Ferrucci 2010 – 2015, approvato nel 2012. La sinistra era presente in giunta sia nella seconda Graffeo, con due assessori (Ballardini e Ferrario, uno di Rifondazione e uno del Partito dei comunisti d’Italia ), sia nella prima e unica giunta Ferrucci (Blumetti di Rifondazione, che su disposizione del suo partito semplicemente si oppose a cambiare la destinazione d’uso di alcune aree, non ne contestò l’essenza).

Mai nessuno ha messo in discussione le scelte fatte pochi anni prima. La memoria può essere corta ma ci sono gli archivi e i documenti che aiutano…  Gli stessi documenti che le solite truppe cammellate (le Pezzenati e company di turno) evitano di leggere visto che a loro basta che un articolo porti la firma di pocketnews.it per cominciare a ragliare (veramente il verso del cammello si chiama bramito, ma in queste occasioni si tratta di un vero e proprio raglio).

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