Home Attualità Ikea, contro i licenziamenti scendono in campo i sindacati

Ikea, contro i licenziamenti scendono in campo i sindacati

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Sono una trentina i dipendenti Ikea dello store di Corsico raggiunti da provvedimenti disciplinari

Secondo la Filcams Cgil “servono approfondimenti su lavoratori licenziati perché si sarebbero resi colpevoli di furto e ricettazione”.

Continuano le discussioni e le polemiche sui dipendenti infedeli dell’Ikea licenziati o destinatari di provvedimenti disciplinari perché si sarebbero appropriati di mobili, oggetti di design, suppellettili, cambiandone i cartellini del prezzo e pagandoli come fossero bottiglie d’acqua. Dopo la notizia del licenziamento di 10 dei 33 dipendenti sospesi nelle scorse settimane, sono scesi in campo i sindacati.

Approfondimenti

Secondo la Filcams Cgil “servono approfondimenti su lavoratori licenziati perché si sarebbero resi colpevoli di furto e ricettazione. Dei 30 lavoratori che avevano ricevuto le contestazioni disciplinari, in 20 si sono rivolti alla Filcams Cgil, di questi solo 5 sono stati licenziati, mentre gli altri hanno ricevuto provvedimenti disciplinari di minor gravità”.

La parola alla magistratura

“È lecito quindi presumere – hanno scritto in un comunicato pubblicato su Facebook – che l’azienda si sia resa conto della parziale infondatezza degli addebiti loro mossi di questo però non viene data notizia. Non spetta ad Ikea, ai mass media o all’opinione pubblica dover giudicare colpevoli di frode o ricettazione alcuni lavoratori, ma agli organi competenza, ossia la magistratura. A  oggi, non siamo a conoscenza di avvisi di garanzia o altri procedimenti penali nei loro confronti. E quindi, tanto meno, di sentenze di condanna”.

Aspetti poco chiari

“Non intendiamo giustificare chi si sia effettivamente reso colpevole di comportamenti inaccettabili – si legge ancora nel lungo post – ma nemmeno consentire che siano ingiustamente penalizzati lavoratori che si sono semplicemente attenuti alle disposizioni loro impartite dalla società. In questa spiacevole vicenda, ci sono infatti aspetti a noi poco chiari, da un’incomprensibile procedura di prezzatura aziendale al fatto che i lavoratori licenziati hanno una media di 20 anni di anzianità di servizio con punte fino a 27 anni”.

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