La donna, residente a Corsico, aveva lanciato un s.o.s scrivendo la parola “aiuto” sul diario del figlio di 4 anni poi consegnato una vicina di casa che allertò i carabinieri
Scrisse “aiuto” su un foglio del diario della figlia e, nel novembre scorso, fece arrestare il suo compagno per violenza sessuale, sequestro di persona e maltrattamenti. Il giudice per le indagini preliminari ha scoperto che la donna ha mentito e ha fatto scarcerare l’uomo. Nella motivazione, il magistrato ha scritto “Lei animata da spirito di vendetta”.
L’s.o.s sul diario
Forse molti lettori di pocketnews.it ricordano la storia. I protagonisti vivevano a Corsico. L’uomo, 29 anni, Albert Junior Gadea Torres, di origini peruviane, fu arrestato a novembre scorso, dopo che la sua compagna aveva lanciato un s.o.s scrivendo la parola “aiuto” sul diario del figlio di 4 anni poi consegnato una vicina di casa che allertò i carabinieri. Le modalità della sua “liberazione” avevano occupato le pagine dei giornali locali e nazionali, Tv comprese.
Solidarietà malriposta
Ebbene, non era vero nulla. Non c’era stata alcuna violenza sessuale, nessun sequestro di persona, nessun maltrattamento. Intanto, però, si erano mobilitati tutti: femministe in primis, poi politici, associazioni e chi più ne ha più ne metta. Tutti avevano espresso solidarietà verso la donna. Solidarietà malriposta.
Tutte menzogne
Dopo pochi mesi, infatti, quella che per tutti era solo una vittima ha ammesso “di aver mentito per spirito di vendetta nei confronti dell’indagato, colpevole di aver intrattenuto e di non averle confessato una relazione sentimentale clandestina”. L’esatto opposto del racconto fatto ai militari dell’Arma ai quali aveva detto di essere stata segregata dal compagno per due giorni nell’appartamento dove la coppia viveva a Corsico.
Nuova versione
La donna è crollata durante l’incidente probatorio chiesto dall’avvocato Elena Scarabelli, difensore del peruviano, per “cristallizzare” le dichiarazioni di accusatrice e imputato in vista di un eventuale processo. In quell’occasione, come ha ricostruito il gip Giulio Fanales nell’ordinanza di scarcerazione, la donna “ha fornito una nuova e diversa versione della vicenda”.
Ampia ritrattazione
Si tratta di “un’ampia ritrattazione dei fatti dalla stessa narrati in sede di denuncia”. Una versione nuova e completamente diversa da quella originaria che, sottolinea il giudice, inficia “tanto la credibilità della vittima, quanto l’attendibilità delle sue precedenti dichiarazioni”. Il che lo ha portato a decretare l’immediata liberazione del 29enne, tornato in libertà dopo 3 mesi trascorsi in cella.
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