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Ecomafia  2024: le storie e numeri della criminalità ambientale in Lombardia

Dall'analisi dei dati contenuti nel rapporto di Legambiente, la Lombardia si conferma la prima regione del Nord Italia in quasi tutte le filiere della criminalità ambientale

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Nell'immagine, un capannone deposito illegale di rifiuti incendiato dalle ecomafie in provincia di Milano
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Nell’immagine, un capannone deposito illegale di rifiuti incendiato dalle ecomafie in provincia di Milano

In tema di ecomafie, se la Lombardia piange, il resto d’Italia non ride. Anzi. Colpito soprattutto il Mezzogiorno: Campania, Sicilia, Puglia e Calabria le regioni con più crimini ambientali. A livello provinciale, Napoli sale al primo posto, seguita da Avellino, Bari e Roma. Nella classifica degli illeciti ambientali nazionali, domina il ciclo illegale del cemento, 13.008 reati, +6,5% ma preoccupa il pressing dei reati nel ciclo dei rifiuti, 9.309, +66,1%. Al terzo posto i reati contro gli animali. Cresce anche l’aggressione al patrimonio culturale e gli illeciti nelle filiere agroalimentari, a cominciare dal caporalato.

“L’isola infelice”

Qui in alto la cover del Rapporto Ecomafie 2024 di Legambiente

La Lombardia non è un’isola (regione) felice. in un solo anno sono stati effettuati 40.451 controlli (sono esclusi i controlli della Guardia di Finanza), commessi 1.974 reati ambientali (il 5,6% sul totale dei reati), 1.907 persone sono state denunciate, 49 gli arresti, 554 i sequestri, 2.876 gli illeciti amministrativi, 5.662 le sanzioni amministrative. Dall’analisi dei dati contenuti nel Rapporto Ecomafia 2024 la regione si conferma la prima del Nord Italia in quasi tutte le filiere della criminalità ambientale.

Alla pari con la Campania

“L’elevato numero di ordinanze di custodia cautelare per delitti contro l’ambiente con quarantanove casi, prima regione d’Italia al pari della Campania,” ha sottolineato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia – testimoniano la particolare gravità delle attività criminali e delle contestazioni che ne sono conseguite. Ma anche questo non è una novità: da molto tempo la nostra regione si inquadra con un ruolo da protagonista nei grandi traffici e nelle inchieste più grandi e articolate”.

I dati nazionali

Qual è la situazione a livello nazionale? Secondo l’associazione ambientalista i politici devono alzare il livello di guardia nei confronti delle organizzazioni della criminalità economica, che come dimostrano le inchieste delle direzioni distrettuali antimafia, è sempre più spesso appannaggio delle mafie radicate nel territorio lombardo. In Italia le ecomafie premono sempre di più sull’acceleratore e fanno affari d’oro. A dimostrarlo è l’aumento dei reati ambientali che nel 2023 salgono a 35.487, registrando +15,6% rispetto al 2022, con una media di 97,2 reati al giorno, 4 ogni ora.

8,8 miliardi di fatturato

Quali sono i numeri? Tutto il mercato illegale nella Penisola è valso agli ecomafiosi nel 2023 ben 8,8 miliardi. A tracciare un quadro di sintesi è il nuovo report di Legambiente “Ecomafia 2024. Le storie e i numeri della criminalità ambientale in Italia” (edito da Edizioni Ambiente), nel 30esimo anno dalla sua prima pubblicazione, e i cui dati sono stati presentati oggi a Roma. Dati nel complesso preoccupanti: nel 2023 in Italia aumenta anche il numero delle persone denunciate (34.481, +30,6%), così come quello degli arresti (319, +43% rispetto al 2022) e quello dei sequestri (7.152, +19%).

Ciclo illegale del cemento

Tra gli illeciti, nella Penisola continua a salire la pressione del ciclo illegale del cemento (13.008 reati, +6,5%), che si conferma sempre al primo posto tra i reati ambientali; ma a preoccupare è soprattutto l’impennata degli illeciti penali nel ciclo dei rifiuti, 9.309, + 66,1% che salgono al secondo posto. Al terzo posto con 6.581 reati la filiera degli illeciti contro gli animali (dal bracconaggio alla pesca illegale, dai traffici di specie protette a quelli di animali da affezione fino agli allevamenti); seguita dagli incendi dolosi, colposi e generici con 3.691 illeciti.

Filiera agroalimentare

Crescono anche i numeri dell’aggressione al patrimonio culturale (642 i furti alle opere d’arte, +58,9% rispetto al 2022) e degli illeciti nelle filiere agroalimentari (45.067 illeciti amministrativi, + 9,1% rispetto al 2022), a cominciare dal caporalato. Sono inoltre 378 i clan mafiosi censiti. Il delitto di inquinamento ambientale resta nel 2023 quello più contestato, 111 volte, portando a ben 210 denunce e 21 arresti.

La classifica maledetta

Tra le regioni del Nord, la Lombardia è sempre prima mentre la Campania si conferma al primo posto della classifica con più illeciti ambientali, 4.952 reati, pari al 14% del totale nazionale, seguita da Sicilia (che sale di una posizione rispetto al 2022, con 3.922 reati, +35% rispetto al 2022), Puglia (scesa al terzo posto, con 3.643 illeciti penali, +19,2%) e Calabria (2.912 reati, +31,4%). La Toscana sale dal settimo al quinto posto, seguita dal Lazio. Balza dal quindicesimo al settimo posto la Sardegna. A livello provinciale, Napoli torna al primo posto, a quota con 1.494 reati, seguita da Avellino (in forte crescita con 1.203 reati, pari al +72,9%) e Bari. Roma scende al quarto posto, con 867 illeciti penali, seguita da Salerno, Palermo, Foggia e Cosenza. La prima provincia del Nord è quella di Venezia, con 662 reati, che si colloca al nono posto ed entra nella classifica delle prime venti province italiane per illegalità ambientale.

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