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È Giuseppe Russomanno l’asso pigliatutto della maggioranza che governa Trezzano: è anche presidente della Commissione Antimafia

L’ufficialità è stata sancita da un post pubblicato sul profilo facebook del sindaco Giuseppe Morandi

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Nella foto, Giuseppe Russomanno a sx e il sindaco di Trezzano sul Naviglio Giuseppe Morandi
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Nella foto, Giuseppe Russomanno a sx e il sindaco di Trezzano sul Naviglio, Giuseppe Morandi

Ha fatto nominare il figlio, Francesco, presidente del circolo di Fratelli d’Italia di Trezzano, la nuora, Silvia Formica, è vicesindaco. Lui è già presidente della Commissione territorio ed è stato indicato dalla maggioranze che governa la città come presidente della locale Commissione antimafia. Un vero asso pigliatutto. Lui è Giuseppe Russomanno, politico di lungo, anzi lunghissimo, corso. La nomina è arrivata ieri, dopo uno scontro (secondo alcuni; discussione, secondo altri) che si è protratto a lungo. L’ufficialità è stata sancita da un post pubblicato sul profilo facebook del sindaco Giuseppe Morandi, un post che ha sollevato più sconcerto di quanto non ne avesse provocato un episodio accaduto qualche giorno prima.

La nomina di Russomanno, infatti, è stato quasi un parto trigemellare. La storia è presto ricordata. I canditati alla carica erano due: Russomanno e Amente. Lo scontro all’interno della maggioranza, visto da sinistra, è stato durissimo. Visto dal centrodestra solo una discussione sui metodi di lavoro alla fine della quale è stata fatta una scelta all’unanimità. Sembrava tutto risolto, tanto che era stata convocata una riunione dei vari membri della Commissione. Riunione disertata dai rappresentanti del centrodestra. “Un grave atto di irresponsabilità politica e istituzionale”, l’avevano definita in un comunicato stampa tutti i gruppi di minoranza.

Nell’aula semideserta erano presenti solo “i consiglieri di minoranza, la segretaria comunale e la Presidente del Consiglio che doveva tenere la seduta. I motivi della diserzione? Appunto, il mancato accordo sul candidato presidente. Mancato accordo confermato dallo stesso sindaco Morandi nel post pubblicato ieri che annunciava l’indicazione di Russomanno come presidente.

Cosa ha scritto il sindaco? “Nonostante l’ennesimo e strumentale polverone sollevato a seguito della riunione relativa alla Commissione Antimafia, comunico che la maggioranza da me rappresentata, dopo un confronto interno è arrivata, in maniera compatta e unanime, ad individuare nella figura del consigliere Giuseppe Russomanno la carica di presidente della Commissione in questione. Sempre in maniera unanime abbiamo stabilito che a decidere il vicepresidente sia la minoranza. Tengo altresì a comunicarvi che il piccolo intoppo è nato dal fatto che di fronte a 5 partiti, e quindi 5 pensieri, è giusto dare voce alla pluralità che sta alla base di ogni democrazia”.

Un comunicato che, secondo Claudio Albini, capogruppo del Pd in Consiglio comunale, “è una toppa peggio del buco”. Per la sostanza e la forma. Che bisogno c’era di convocare la commissione per poi disertarla? Già, perché? Probabilmente pensavano di raggiungere prima un accordo che, invece, in quel momento non era stato ancora trovato. “Questa amministrazione – ha sottolineato Albini – non si prende la responsabilità dei propri errori”. Anche semantici. “La maggioranza – Morandi docet – ha stabilito che ha decidere la vicepresidenza sia la minoranza”. Ed è sullo “stabilito” che Albini si è scatenato. “Quando si parla di democrazia, quando si parla di Antimafia, – ha scritto – le decisioni si condividono non si stabiliscono in maggioranza sventolandole come “doni” o “regali”. “Non vogliamo alcun regalo da questa maggioranza” ha concluso.

“Abbiamo vagliato le opzioni – è la risposta – e abbiamo concluso che Russomanno può rappresentare per la sua esperienza un ottimo presidente di Commissione antimafia: ha un curriculum che ne fa il candidato ideale”. Cosi sia.

 

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