Home Il Fatto del Giorno Droga e mafia: arrestato a Milano il super latitante Antonino Calì

Droga e mafia: arrestato a Milano il super latitante Antonino Calì

Catturato in un appartamento di Porta Venezia, deve scontare 30 anni di carcere per traffico illecito di sostanze stupefacenti aggravato dall'aver agevolato associazioni di stampo mafioso

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cattura-latitante-antonino-cali-okEra stato arrestato l’ultima volta nel 2013 dopo una difficile indagine. Si occupava di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, reati contro la persona, riciclaggio e reimpiegava soldi di provenienza illecita in  attività imprenditoriali. Dopo un periodo in carcere, nel maggio 2018 aveva ottenuto gli arresti domiciliari da scontare nella clinica “Villa Ardeatina” di Roma.

Da lì, dopo pochi mesi, il 3 ottobre 2018, dopo aver manomesso il braccialetto elettronico che gli era stato applicato, era evaso e aveva fatto perdere le proprie tracce. Da allora Antonino Calì super boss della mafia era diventata una primula rossa imprendibile.

Sino al 2020, quando era stato localizzato in Spagna, a Valencia. Poi si era spostato a Milano. Mesi di indagini durate fino a quando il cerchio non si è ristretto. La sua base è stata localizzata nella zona di Porta Venezia, in un appartamento di ringhiera, in via Paolo Frisi. Così sono cominciati i controlli. Agenti hanno tenuto la casa sotto osservazione appostandosi in una terrazza che affacciava dall’alto sul cortile  condominiale, con l’ausilio di telecamere e binocoli.

È durato tutto nel silenzio più assoluto sino a quando ieri mattina, mercoledì 21 aprile gli investigatori hanno individuato un uomo dalle sembianze simili al ricercato uscire dal condominio e dirigersi a piedi verso la metropolitana. Gli agenti lo hanno seguito sino alla fermata della Metro e quando sono stati certi della sua identità che la sua identità lo hanno bloccato.

Il malvivente, una volta resosi conto di trovarsi di fronte alle forze dell’ordine ha subito esclamato: “Sono io, sono Antonino Calì”. (Guarda il video) Con sé aveva un documento falso, nello specifico una carta d’identità valida per l’espatrio intestata a Sergio Calì. Si spera che questa volta, la sua lunga carriera criminale sia giunta alla fine.

Era cominciata nel 1998 a trafficare con la droga ed a fare quindi i conti con la giustizia. La prima condanna nel 1999. Tornato libero nel 2003, ha cominciato la sua escalation: traffco di droga, frode, ricettazione. Faceva affari con i clan romano dei Casamonica, quello dei Pelle, ‘ndranghetisti di Locri e il clan camorrista dei Pagnozzi.

I trent’anni che deve scontare sono la somma delle condanne accumulate per traffico di centinaia di chili di sostanze stupefacenti, associazione di stampo mafioso, riciclaggio e chi più ne ha più ne metta. Era il coordinatore delle attività di approvvigionamento, stoccaggio e custodia della droga che poi veniva rivenduta su diverse piazze dello spaccio.

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