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Covid -19, torna la paura anche nei sette comuni del Sud ovest

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I numeri dei contagiati riprendono a salire e sono numeri da preallarme: + 3 a Buccinasco, + 6 a Corsico

I numeri sono in aumento in tutta la Penisola. Nella settimana 19-25 agosto, rispetto alla precedente, impennata dei nuovi casi (+3.139) e ulteriore aumento dei pazienti ospedalizzati con sintomi (+215) e in terapia intensiva (+8). Salgono a 19.714 i casi attualmente positivi che per il 91,8% sono concentrati in 11 regioni: 29,4% dei quali in Lombardia.

In poco più di un mese i nuovi casi per settimana sono aumentati da 1.408 a 6.538, con incremento del rapporto positivi/casi testati dallo 0,8% al 2,1%. La maggioranza dei casi riguarda persone che rientrano dalle vacanze. Crescono, di conseguenza, gli appelli alla responsabilità individuale e istituzionale, soprattutto in previsione della riapertura di scuole e università, oltre che delle consultazioni elettorali. Ultimo in ordine di tempo, quello lanciato da un’ottantina di sindaci dei comuni della provincia di Milano, compresi, tra gli altri, Fabio Bottero (Trezzano), Simone Negri (Cesano) e Luigi Triulzi (Cusago)

Una seconda ondata di contagi al livello di quella che ha bloccato il Paese la scorsa primavera, metterebbe definitivamente in ginocchia migliaia di famiglie. Moltissime quelle quali abitano nei sette comuni del Sud ovest Milanese (Assago, Buccinasco, Cesano Boscone, Corsico, Cusago, Rozzano e Trezzano). In queste città, a lanciare l’allarme sono stati gli stessi siti web dei comuni, alcuni dei quali nelle scorse settimane avevano issato la bandiera del “free covid”. Niente da fare.

A Buccinasco negli ultimi giorni sono stati registrati tre nuovi casi di persone contagiate, sei a Corsico. Nel primo comune, ad oggi, sono 12 le persone positive al tampone, una è ricoverata in ospedale (sarebbe stata contagiata da un parente che ha trascorso le vacanza in Sardegna). Dai profili tracciati dalle autorità sanitarie emergono alcuni dati: in maggioranza si tratta di giovani sotto i 30 anni, tornati da viaggi nei paesi a rischio.   

Nell’appello sottoscritto ieri dai sindaci c’è l’invito a tutti coloro che sono rientrati dalle vacanze, “a valutare seriamente  di sottoporsi ai tamponi o test diagnostici nei tempi più brevi” possibili. “Siamo – sottolineano i primi cittadini – i primi a voler scongiurare un nuovo lockdown, evitare le chiusure, uscire dalla crisi economica: tutto questo comporterebbe nuovi dolori alle nostre comunità”.

In tema di contagi, i dati raccolti dalla fondazione Gimbe su scala nazionale sono emblematici.  Registrano nella settimana 19-25 agosto, rispetto alla precedente, un incremento del 92,4% dei nuovi casi (6.538 vs 3.399), grazie anche all’aumento dei casi testati (309.127 vs 180.300). Relativamente ai dati ospedalieri si conferma il trend in crescita dei pazienti ricoverati con sintomi (1.058 vs 843) e di quelli in terapia intensiva (66 vs 58). In dettaglio:
* Decessi: +40 (+0,1%)
* Terapia intensiva: +8 (+13,8%)
* Ricoverati con sintomi: +215 (+25,5%)
* Nuovi casi totali: +6.538 (+2,6%)
* Casi testati +128.827 (+71,5%)
* Tamponi totali: +158.692 (+48,8%)

«In soli 7 giorni – ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si sfiora il raddoppio dei nuovi casi, non solo per l’incremento dell’attività di testing, ma anche per l’aumento del rapporto positivi/casi testati. Inoltre, si conferma il trend in crescita dei pazienti ospedalizzati con sintomi e, in misura minore, di quelli in terapia intensiva. Queste spie rosse, piuttosto che generare inutili allarmismi, devono infondere una comune consapevolezza sull’andamento dell’epidemia nel nostro paese al fine di mantenere alta la guardia, sia da parte delle Istituzioni che devono potenziare la sorveglianza epidemiologica, sia da parte dei cittadini chiamati ad attenersi a tutte le misure di sicurezza, senza minimizzazioni di sorta».

Dei 19.714 casi attivi al 25 agosto il 91,8% si concentra in 11 Regioni: 29,4% dei casi in Lombardia (5.787); il 33,4% si distribuisce tra Lazio (2.284), Emilia-Romagna (2.189) e Veneto (2.119); un ulteriore 29% tra Campania (1.164), Piemonte (1.142), Toscana (1.039), Sicilia (947), Puglia (548), Sardegna (463) e Liguria (413). I rimanenti 1.619 casi (8,2%) si collocano nelle restanti 7 Regioni e 2 Province autonome con un range che varia dai 13 della Valle d’Aosta ai 342 dell’Abruzzo.
 
«Se è legittimo chiedersi se i numeri attuali sono i segnali di una nuova ondata – conclude Cartabellotta – è ragionevolmente certo che non rivedremo le drammatiche scene di marzo/aprile perché oggi la situazione epidemiologica è attentamente monitorata, il servizio sanitario è ben organizzato e, dunque, non potrà esserci alcun effetto sorpresa. Ma non bisogna concedere ulteriori vantaggi al coronavirus, tanto più che i numeri riflettono sempre comportamenti di 3-4 settimane fa».

Intanto lunedì 24 agosto ha preso il via il programma di test sierologici su base volontaria per tutto il personale scolastico, docente e non docente, della Lombardia. Si tratta di 206.687 persone. In poche ore, 9.827 operatori hanno già prenotato il test. Lo screening gratuito è rivolto a chi opera nei nidi, nelle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie pubbliche, statali e non statali, paritarie e negli istituti di formazione professionale.

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