
Il falso perito dei carabinieri scoperto dai carabinieri veri. Nel corso della serata di ieri, mercoledì 5 novembre, un controllo dei carabinieri di Corsico lungo la vecchia Vigevanese, a Corsico, si è trasformato in un inseguimento che ha portato al ritrovamento della refurtiva di un furto di gioielli commesso poche ore prima nel Torinese. I militari del nucleo operativo radiomobile della Compagnia di Corsico, impegnati in un posto di controllo hanno intimato l’alt a un’auto che invece di fermarsi ha accelerato in direzione Milano.
È iniziata così una corsa lungo la Vigevanese e poi ancora lungo via Giambellino. La fuga è stata definitivamente bloccata da diverse radiomobili in piazza Tirana, a Milano, grazie all’intervento congiunto di alcune pattuglie della Stazione di Corsico. A bordo si trovava un 37enne italiano. Durante la perquisizione dell’auto, i militari hanno visto all’interno diversi monili d’oro, insieme a numerose confezioni vuote provenienti da alcune gioiellerie del comune di Giaveno in provincia di Torino.
I carabinieri hanno quindi subito contattato i colleghi della Stazione di Giaveno, scoprendo che poche ore prima un anziano del posto era stato derubato. Da chi? Da un individuo che si era spacciato per perito dei carabinieri, ed era entrato in casa con la scusa di verificare l’autenticità dei preziosi, e poi invece era fuggito con il bottino. La perquisizione è stata estesa alla stanza del B&B di Corsico dove il 37enne alloggiava. Quando i militari hanno fatto irruzione nella camera, hanno trovato un secondo uomo, un 41enne sempre italiano, intento a filmare la refurtiva. Per lui è scattata la denuncia a piede libero per ricettazione.
All’interno della stanza c’era una parte consistente del materiale rubato: 900 euro in contanti, 16 medaglie d’oro e oltre una decina di gioielli e oggetti preziosi.
Tutti i preziosi e il denaro sono stati sequestrati e sono in attesa di essere riconsegnati ai legittimi proprietari. Il 37enne è stato arrestato e portato al carcere di San Vittore, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini proseguono per verificare se altri colpi messi a segno con lo stesso metodo del falso perito dei carabinieri, una tecnica che negli ultimi mesi ha preso di mira diversi anziani in più province, possano essere attribuiti ai due uomini scoperti con le mani nel sacco.