
Non è la prima volta e, forse non sarà l’ultima. Dopo Roma, Milano e altri comuni in cui chi la pensa diversamente non è un avversario, ma un nemico, anche a Corsico l’odio ha fatto il suo ingresso sulla scena politica. “Giorgia appesa”, due parole e una firma incomprensibile, forse riconducibile all’area anarchica, sono la testimonianza di una non-cultura che si autoalimenta e che sta mettendo radici anche sulle rive del Naviglio. É apparsa sulla serranda di un magazzino vicino alla stazione.
“Non è dissenso, non è protesta: è odio.- è l’apertura di una nota diffusa poco fa da Fabio Raimondo, il deputato di Fdi, ex capogruppo al Consiglio comunale di Cesano Boscone. La nota prosegue: “Un messaggio violento che richiama i momenti più bui della nostra storia. Chiunque l’abbia scritto ha superato ogni limite. In democrazia si discute, si contesta, ma non si minaccia. La mia totale solidarietà al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Serve una condanna netta e unanime, da ogni parte politica. Chi tace è complice. Per il momento, dal centrosinistra locale nessuna dichiarazione. Intanto la Digos indaga.