Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Laura Pedio e il pm Maria Cristina Ria, sono state avviate dopo una violentissima rapina commessa a Rho il 9 dicembre del 2019 a danno di due gioiellieri di origine fiorentina che avevano partecipato all'”Artigiano in Fiera”.
Quella, dopo aver affiancato l’auto delle vittime e sbarrandole la strada, volta il gruppo si era impossessato di 400mila euro in oro e pietre preziose, più 5mila euro in contanti. Gli investigatori della quinta sezione della Squadra mobile, diretti da Marco Calì e guidati da Francesco Giustolisi, avevano attribuito alla banda poi una tentata rapina con la stessa modalità il giorno dopo a quella agli orafi fiorentini.
Nell’elenco delle “imprese” della banda, anche un furto da 60mila euro con esplosivo al bancomat di Trezzano sul Naviglio avvenuto il 15 febbraio e, nello stesso giorno, un episodio simile a Piacenza. Infine tre violente rapine ad autisti, tra cui una culminata col furto di una Maserati Ghibli. Stando all’accusa, a capo della banda c’erano C.B., 25 anni residente presso il campo nomadi di via della Chiesa Rossa, e il suo complice R.S., 45 anni e domiciliato presso il campo nomadi di via Martirano 71 a Milano.
I due soggetti, sebbene fossero stati sottoposti all’affidamento in prova alla comunità terapeutica a Pianello Val Tidone (Pc) organizzavano e commettevano in prima persona le rapine. Attorno a loro due gravitavano il figlio del 45enne, V.E.S. di 19 anni, che sarebbe stato assoldato per i violenti attacchi agli sportelli bancomat degli istituti bancari e A.L., 32 anni, esecutore materiale delle rapine delle auto di lusso avvalendosi della complicità di altri due giovani F.A., 19 anni e D.S., 18 anni.