Sabato 19 dicembre la boxe torna a Rozzano con un evento a porte chiuse dedicato a Saverio Parente. La serata è organizzata dalla Opi 82 della famiglia Cherchi e dalla Kick and Punch Promotions di Angelo Valente con il patrocinio dell’amministrazione comunale di Rozzano e del comitato regionale della Federazione Pugilistica Italiana.
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Saliranno sul ring anche il peso leggero Luca Grusovin (al debutto dopo una buona carriera dilettantistica nel pugilato e attuale campione del mondo di kickboxing), il peso superwelter Samuel Nmomah (13-0) e il peso superleggero Nicolò Amore.
La vera novità è il debutto fra i professionisti del peso superleggero Armando Casamonica, ventenne, l’ultimo esponente in campo pugilistico di una famiglia che ha già avuto altri protagonisti fra le corde del ring e non solo, come Romolo Casamonica, che ha rappresentato l’Italia del pugilato all’Olimpiade di Los Angeles 1984 e poi è stato campione italiano dei welter.
Della famiglia anche Sandro Casamonica che è stato campione internazionale Wba dei pesi leggeri. Il ventenne Armando, che ora approda fra i professionisti, è stato campione italiano Junior e poi dilettanti e Guanto d’oro. Il nome del suo avversario, come quelli dei rivali di Grusovin, Nomomah e Amore, saranno comunicati nei prossimi giorni.
Nel pugilato i Casamonica hanno una lunga tradizione di successi sportivi e processi penali. Sullo sfondo i legami con il clan Spada. In famiglia, c’è chi ha scelto di dedicarsi al ring, chi si è messo al servizio del racket delle estorsioni e dell’usura, e chi ha fatto entrambe le cose.
Come Romolo Casamonica, classe 1962, l’olimpionico di Los Angeles 1984 ed ex campione italiano dei welter, prima finito agli arresti domiciliari per minacce dopo avere acquistato due chihuaua con assegni scoperti, poi finito in carcere per una lite con la sua domestica. L’augurio è che Armando, che dice: “Il mio cognome? Io faccio solo il pugile”, non ne segua l’esempio.
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