Home Attualità Andare in bicicletta? Un fenomeno che non riguarda solo gli sportivi

Andare in bicicletta? Un fenomeno che non riguarda solo gli sportivi

Scienziati e campioni di ciclismo si sono dati appuntamento a Rozzano (da sabato 19) per discutere delle due ruote, una “pratica sociale” dalle diverse sfaccettature

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Il ciclismo? È molto più che “andare in bicicletta”. Non è un luogo comune ma un assunto che la scienza ha fatto proprio. Scienza antropologica che, a partire da sabato 19 febbraio, ha deciso di darsi appuntamento a Rozzano, dove si discuterà di biciclette e di “pratiche sociali di ciclismo”.

Si tratta della tre giorni del World Anthropology Day che si svolgerà dal 17 al 19 febbraio nelle strutture del Pista Big Kart. Titolo di uno degli appuntamenti della kermesse, «In bici: antropologi e protagonisti a confronto».

 Alla tavola rotonda parteciperanno scienziati e sportivi. Tra questi ultimi il nome più noto nel sud ovest milanese è quello di Rossella Galbiati, medaglia di bronzo nell’inseguimento ai Mondiali su pista ai campionati del Mondo di Barcellona ’84. E poi Marino Vigna, oro olimpico nell’inseguimento a squadre ai Giochi di Roma, e Claudio Corti, campione del mondo dilettanti nel 1977 e poi professionista campione d’Italia nel 1985 e 1986.

Tra  scienziati,  Adriano Favole, professore ordinario di Antropologia culturale presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino dove insegna Antropologia culturale; Simone Ghezzi, professore associato di Antropologia culturale e Globalizzazione e sviluppo globale presso l’Università di Milano-Bicocca;  Massimo Pirovano, insegnante di Filosofia e Storia nei liceie dottore di ricerca in Antropologia della contemporaneità.

L’iniziativa punta a favorire la conoscenza delle diverse forme di pratica ciclistica, studiate dall’antropologia. Fenomeni sociali e culturali significativi vengono indagati a partire dalle diverse testimonianze di atleti professionisti, cicloamatori, cicloturisti, corrieri in bicicletta, associazioni per la mobilità sostenibile, con cui gli studiosi interloquiranno. Perché il ciclismoè molto più che andare in bicicletta”.

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