Ieri, infatti è stata approvata una mozione, presentata da Barbara Mazzali, che impegna la Regione Lombardia a correre in soccorso di sindaci e agricoltori che nell’hinterland milanese e in tutta la Lombardia sono “in ginocchio nel contenimento della diffusione delle nutrie, considerata ormai specie infestante”
Già da anni esiste una legge (la n° 157 del 1992), con la quale il ministero dell’Ambiente dà alle amministrazioni pubbliche la possibilità “di adottare azioni di controllo numerico delle colonie che inizialmente devono essere attuate con metodi ecologici, poi se non danno risultati, si passa all’abbattimento con armi da fuoco o con esche avvelenate”.
La regione Lombardia aveva poi approvato il “Piano regionale di contenimento della nutria 2018/2020”. Tutte le iniziative intraprese hanno dato scarsi risultati: le nutrie hanno messo radici e il loro numero aumenta sempre di più. I dati mostrano come di fatto i capi annuali prelevati (50.657), di cui è possibile attestare la rendicontazione, non coprano più del 12,77% dei prelievi necessari per estinguere le popolazioni di nutrie come definito dallo stesso piano regionale.
La mozione della Mazzali impegna quindi la Giunta regionale “a porre in essere azioni adeguate alla normativa comunitaria, nazionale e regionale anche alla luce delle allarmanti segnalazioni provenienti dai territori lombardi che denunciano da parte di agricoltori, associazioni, amministratori una situazione “fuori controllo” con colture distrutte, danni gravissimi alle strutture viarie e idrauliche”
Con il documento approvato è stato chiesto anche di “reperire strumenti finanziari a sostegno degli agricoltori danneggiati, prevedendo ad esempio contributi sia per l’acquisto di sistemi di prevenzione sia per i lavori di ripristino dei danni provocati dalle nutrie in campo agricolo, viario e idraulico”
Le nutrie possono diventare un veicolo per la diffusione di alcuni parassiti come la fasciola epatica e la leptospirosi, rilasciate nelle feci e nell’urina, e trasmissibili all’uomo. Già alcuni anni fa un allarme era partito da Trezzano, poi rilanciato da alcune mamme di Assago, Buccinasco e Rozzano: i parchi pubblici erano (e sono) infestati da colonie di nutrie che, in alcuni casi, diventavano aggressive nei confronti dei bambini che in quei parchi andavano (e vanno) vanno a giocare.
Qualche info in più. I danni che in particolare le nutrie provocano sono molteplici, In primo luogo nei confronti della fauna locale poi all’agricoltura e, in particolare, alle strutture agricole, canali e sponde dei canali di irrigazione, a causa delle tane che costruiscono lungo le vie d’acqua di cui è ricco questo territorio.
Modificano l’ambiente. Una nutria consuma da 700 a 1.500 grammi di vegetali al giorno, circa il 25 per cento del suo peso corporeo. Considerando che il peso medio è di 2,5 chili, ciascun esemplare consuma circa 27 chili di vegetali in un solo anno. Gli alimenti che preferisce sono piante acquatiche, radici, foglie e tuberi.
Si riproducono come conigli
La riproduzione. Visto che la nutria raggiunge la maturità sessuale precocemente, e il periodo di gestazione è di circa 130 giorni, può riprodursi 2,7 volte in un anno. Il numero medio di neonati è 5. La massima densità di popolazione si raggiunge in ambient umidi e clima temperato dotato di buone disponibilità alimentari. Proprio come il sud ovest Milanese.
I danni alla fauna autoctona e all’uomo. La presenza di colonie ad alta densità di nutria provoca conflitti con gli uccelli che nidificano nelle zone umide perché la nutria distrugge I nidi e depreda le uova. Può diventare anche un veicolo per la diffusione di alcuni parassiti come le fasciole epatiche e le leptospire, rilasciate nelle feci e nell’urina, che possono essere trasmesse all’uomo.