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Trezzano, pronta la villa sequestrata alla mafia di via Morona: ospiterà i parenti di persone malate

Sarà inaugurata domenica 1 dicembre la nuova struttura che accoglierà chi non ha risorse economiche sufficienti per alloggiare nell’hinterland milanese in particolare, dove la vita è sempre più costosa

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Nella foto, la villa sequestrata alla mafia in via Morona 10 a Trezzano sul Naviglio

Sorge a nuova vita la villa di via Morona, sequestrata alla mafia e assegnata dal comune di Trezzano alla parrocchia di San Lorenzo. Sarà infatti celebrata domenica 1 dicembre, l’inaugurazione di “Casa Sant’Annibale”, “housing sociale” per ospitare gratuitamente i familiari di persone ammalate che vengono in Lombardia per farsi curare. La benedizione della struttura sarà data da monsignor Marco Bove, vicario episcopale, coadiuvato da padre Eros Borile, del provinciale dei rogazionisti e padre Eugene Ntawingenera, consigliere generale per le missioni.

L’accoglienza

Come detto la “casa” accoglierà gratuitamente coloro che per problemi di salute sono costretti a venire a Milano o in Lombardia a curarsi. L’opzione vale anche per i parenti che li accompagnano, spesso costretti a pagare cifre esorbitanti per alloggiare temporaneamente in un b&b o in albergo. Prende così il via un progetto voluto da padre Paolo Formenton sacerdote che si occupa della chiesa di San Lorenzo e della parrocchia, oratorio compreso.

Al servizio del prossimo

La parrocchia aveva partecipato a un bando indetto dal comune di Trezzano. Don Paolo aveva presentato la sua pre-adesione cogliendo in questa proposta l’opportunità di concretizzare la sua esperienza e soprattutto la sua vocazione nel volersi sempre mettersi al servizio del prossimo. Nell’ottobre 2023 aveva gareggiato presentando il progetto con l’obiettivo di dar vita a una nuova e inedita realtà parrocchiale: la “Casa di Sant’Annibale”, per l’appunto. Dopo un anno il suo sogno si è avverato.

La trasformazione

Quella che era frutto di comportamenti malavitosi è stata trasformata in un luogo virtuoso, di accoglienza per i familiari che si recano in Lombardia, provenienti da tutte le parti d’Italia per assistere un loro caro ammalato, ricoverato in un ospedale della zona. Presentando il progetto, padre Paolo aveva detto: “Daremo priorità ai familiari di bambini o di malati oncologici, a chi nel suo luogo di residenza non può accedere a strutture adeguate, daremo priorità a chi non ha risorse economiche sufficienti per alloggiare nell’hinterland milanese in particolare, dove la vita è sempre più costosa. Lo faremo anche gratuitamente e, magari, aiutando anche finanziariamente chi proprio non ce la fa. Faremo in modo che possano sentirsi “a casa” accolti come in una grande famiglia che vuole sostenerli in un momento di grave e dolorosa difficoltà”.

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