Secondo i magistrati inquirenti, sarebbero state documentate “gravi condotte delittuose di natura ambientale realizzate dagli stessi imprenditori indagati” che avrebbero interrato – in alcuni cantieri del Comune di Opera e in alcune aree agricole all’interno del Parco Sud di Milano – circa mille tonnellate di fresato d’asfalto e altro materiale di scarto. Materiali provenienti dalle lavorazioni stradali e da altri interventi appaltati dai Comuni di Opera, Locate di Triulzi, San Zenone al Lambro, Segrate, Monza.
I titolari delle aziende sotto inchiesta avrebbero attestato in modo fraudolento il regolare recupero dei rifiuti speciali compilando “formulari” falsi ottenuti dai gestori di due centri di smaltimento, che sono indagati a piede libero.
Tra le altre accuse ce n’è una particolarmente odiosa: il sindaco di Opera, nei primi mesi della pandemia, avrebbe arbitrariamente distribuito a parenti stretti e a dipendenti comunali circa 2000 mascherine chirurgiche che la Protezione Civile avevano destinato alle locali Rsa e alla farmacia comunale.
Nel corso dell’operazione sono stati, inoltre, notificati una misura “interdittiva” a un architetto bresciano consulente del Comune di Opera e un decreto di sequestro preventivo di 40mila euro (prezzo della corruzione) a carico dei pubblici ufficiali indagati, nonché di due autocarri utilizzati per commettere i reati ambientali.