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Sicurezza, arrivano le sentinelle della legalità

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I cittadini svolgeranno un'azione di mera osservazione, segnalando, attraverso i propri coordinatori, eventuali illegalità

In Prefettura la firma del protocollo per la sorveglianza delle città, i sindaci di cinque comuni del Sud ovest milanese sottoscrivono il documento che regola il cosiddetto “controllo del vicinato”

L’appuntamento è per le 11 nella Prefettura di Milano. Sarà lì che il Prefetto Luciana Lamorgese e la maggioranza dei sindaci dell’hinterland milanese sottoscriveranno il protocollo d’intesa per il “Controllo del Vicinato” che disciplina le attività del controllo delle città stabilisce le modalità di azione, nel rispetto dei principi e delle disposizioni normative.

Le sentinelle della legalità

L’accordo mette in primo piano la collaborazione con i cittadini, che, in qualità di importanti e vigili sentinelle della legalità, potranno contribuire all’innalzamento degli standard di sicurezza della propria comunità, fornendo ogni informazione ritenuta utile alle Forze di Polizia statali e locali, per assicurare una immediata azione repressiva e l’avvio di una mirata attività info-investigativa da parte delle forze dell’ordine.

Progetto fotocopia

I contenuti del progetto promosso dalla Prefettura sono identici a quelli che in alcuni comuni del Sud ovest (Buccinasco e Cusago in testa seguiti a ruota da Assago, Opera, Trezzano e tanti altri) sono messi in pratica dai membri della “Sorveglianza di quartiere” che ha già tra le proprie fila centinaia di iscritti. La questione è che tra le due entità non c’è alcuna collaborazione. Una  sembra la fotocopia dell’altra. La progenitura, però, spetta di diritto alla Sorveglianza, attiva da tre anni.

Amministrazioni assenti

Di diverso c’è solo il coinvolgimento delle le amministrazioni comunali, finora del tutto assenti, che dovrebbero “aumenteranno i livelli di sicurezza della comunità, attraverso la promozione di campagne di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini, che saranno invitati a fornire il loro contributo”. Ma se sul territorio esistono già delle organizzazioni che funzionano, non sarebbe stato il caso di permettere loro di aderire a un più ampio progetto? Mistero.

Semplici osservatori

Il protocollo della prefettura sottolinea chiaramente che non si tratta di istituire dei nuovi vigilantes o giù di lì. I cittadini, come per la “Sorveglianza di quartiere” svolgeranno un’azione di mera osservazione, segnalando, attraverso i propri coordinatori, alle Polizie Locali, situazioni ed eventi attinenti la sicurezza urbana e il degrado sociale, tramite rete mobile o con l’impiego degli strumenti informatici, astenendosi in ogni caso dall’assumere comportamenti incauti o imprudenti, che potrebbero determinare situazioni di pericolo.

No alle uniformi

È vietato, comunque, utilizzare uniformi, emblemi, simboli, altri segni distintivi o denominazioni riconducibili, anche indirettamente, ai corpi di Polizia statali e locali, alle Forze Armate o ad altri corpi dello Stato, o che contengono riferimenti a partiti, movimenti politici e sindacali, nonché sponsorizzazioni private. È esclusa anche qualsiasi iniziativa personale, ovvero qualunque forma, individuale o collettiva, di pattugliamento del territorio.

Nuova strategia?

Il modello delineato, secondo il protocollo della Prefettura “costituisce una nuova strategia di intervento che vede il coinvolgimento attivo del cittadino, la cui azione sarà indirizzata su un preciso percorso di legalità, al fine di implementare il patrimonio di conoscenza delle Forze di Polizia e delle Polizie locali, per assicurare un “territorio sotto controllo”, anche attraverso il contributo di notizie che sarà fornito nel rispetto delle procedure, evitando, in tal modo, possibili responsabilità da parte degli stessi cittadini.

Domande senza (per ora) risposte

Si tratta appunto del modello già in essere. Ed è probabile che lo si voglia sottrarre a chi attualmente lo gestisce, generalmente iscritti al Movimento 5 stelle, togliendogli la patina politica che in qualche occasione è emersa più o meno evidente. Le domande sono però tante. Collaboreranno i due organismi? Ci saranno sovrapposizioni? Come faranno i sindaci a fornire informazioni al tavolo della sicurezza se i tentativi fatti sin ora di organizzare una rete di controllo sono sempre falliti? Si rischia il caos? Ai posteri le risposte.

I comuni che firmano

Il protocollo sarà sottoscritto dai sindaci di Arese, Assago, Bresso, Buccinasco, Bussero, Busto Garolfo, Cambiago, Canegrate, Carpiano, Cassano D’Adda, Cassina De’ Pecchi, Castano Primo, Cernusco Sul Naviglio, Cerro Al Lambro, Cerro Maggiore, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Corsico, Cusago, Lacchiarella, Lainate, Legnano, Magenta, Nerviano, Parabiago, Paullo, Pioltello, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rodano, Rosate, Rozzano, San Colombano Al Lambro, San Vittore Olona, Senago, Sesto San Giovanni, Trezzano Sul Naviglio, Vanzaghello, Vaprio D’Adda, Vermezzo, Villa Cortese.

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