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Rozzano: dopo la condanna, il rapper Tony Effe sconta la pena in Area 51

Il musicista, affidato ai servizi sociali, lavorerà per sei mesi con l'associazione di Rozzano, fondata da Gennaro Speria, conosciuto come Zio Genny

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Nella foto da dx, Zio Genny e Tony Effe nella sede di Area 51 a Rozzano
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Nella foto da dx, Zio Genny e Tony Effe nella sede di Area 51 a Rozzano

È cominciato ieri il periodo di affidamento ai servizi sociali del rapper Tony Effe, condannato lo scorso dicembre per aver aggredito un fan che aveva registrato un video di una rissa accaduta a Roma, a cui aveva partecipato anche l’artista romano, da un paio d’anni trasferitosi a Milano.

Tony Effe ha scelto di scontare la pena con l’associazione Area 51 di Rozzano, fondata da Gennaro Speria, conosciuto come Zio Genny, un ex detenuto che negli anni si è distinto per l’aiuto alle persone in difficoltà di Rozzano e dintorni. Lo ha reso noto il sito Fanpage che ha pubblicato un video sulla prima giornata del rapper nel mondo del volontariato (guarda qui).

Chi è Tony Effe? Ha militato a lungo nella Dark Polo Gang, il gruppo ha conquistato prima Roma poi tutta l’Italia, con una musica controcorrente. Il suo vero nome è Nicolò Rapisarda. Dopo il successo di “Full Metal Dark” della DPG, ha pubblicato nel 2016 “Crack Musica”, in collaborazione con DarkSide. Nel suo passato però c’è anche una carriera come attore di fiction e film, iniziata da quando era piccolo. Al cinema ha recitato in “Viaggi di nozze” di Carlo Verdone e a “Paparazzi” di Neri Parenti. In Rai ha partecipato a “La storia siamo noi”, ma il lavoro che l’ha reso più famoso è “Tutti per uno”, una miniserie in onda su Rai Uno nel 1999.

“Arrivare oggi in Area 51 è stato – ha detto in sintesi il musicista agli inviati di Fanpage – come il primo giorno di scuola. Mi fa piacere essere qui perché qui si rivolgono molte famiglie che hanno bisogno di essere aiutate”. Col Covid, infatti, è cresciuto il numero di persone di Rozzano e non solo, che bussa alla porta di Area 51 per chiedere supporto. Ricevono aiuti alimentari forniti da privati.

Genny Speria ha raccontato come Tony effe è sbarcato nella sua associazione: “Lo avevo conosciuto nel giro delle discoteche. Poi mi ha detto che doveva scontare sei mesi ai servizi sociali e gli ho chiesto se voleva venire da noi. Ha presentato domanda al magistrato di sorveglianza che ha accettato questa soluzione”. “Tony – ha concluso Genny – mi ha meravigliato per l’impegno che ci sta mettendo: si dà da fare di brutto. È un bel segnale per i giovani. Fa capire che chi sbaglia può rimediare”.

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