A Trezzano, ormai, lo conoscono tutti. Nei comuni limitrofi cominciano a conoscerlo. Lui è Ninì Carastro, 66 anni, sposato con tre figli. Dopo aver vissuto a Catania per una vita, da quattro anni fa il medico di famiglia a Trezzano. In poco tempo ha ottenuto grandi consensi tra i pazienti per la sua disponibilità e umanità. Colpisce per il suo modo di essere e per l’empatia che riesce a stabilire con i pazienti.
Da qualche tempo è consulente della Rsa (Residenza sanitaria assistenziale) Visconti, inaugurata lo scorso marzo, che sorge in viale Europa al confine tra Cusago e la stessa Trezzano. Con lui si è “chiacchierato” di anziani e della qualità della loro assistenza all’interno di una realtà composita come quella del Sud ovest milanese e dei comuni che la compongono.
“Oggi – dice – si cerca di fare tanto per loro, anche come medicina del territorio. Sino a qualche tempo fa l’assistenza era carente, ma adesso la situazione sta migliorando. La vera emergenza è la mancanza di medici, frutto di politiche che non condivido: i test di ingresso a Medicina sono inutili e aggravano il problema. Bisognerebbe aprire le porte delle facoltà ai giovani e poi in corso d’opera effettuare la selezione. Chi non è portato, vi assicuro, mollerà. Chi invece ha qualità che durante i test non emergono quasi mai, completerà gli studi e, dopo la laurea, sarà pronto a intraprendere la specializzazione”
Qual è la patologia più diffusa tra i nostri anziani?
“La demenza, il decadimento cognitivo che va avanti con l’età. La demenza senile che può manifestarsi anche in età più giovani, ma che con il trascorrere degli anni diventa sempre più invalidante”.
Su cento anziani assistiti dalle strutture sanitarie, quanti sono affetti da demenza?
“Secondo la mia esperienza almeno il 20 per cento”.
Quali sono le altre patologie invalidanti che richiedono assistenza?
“Il diabete, le malattie cardiache, l’ipertensione. Ci sono anche commorbilità, che in ambito sanitario indica la coesistenza di più patologie in uno stesso individuo, che ci pongono di fronte a problemi spesso difficili da affrontare”.
L’Rsa Visconti è attrezzata per assistere ospiti con questi tipi di patologie?
“Certo! Per combattere il decadimento cognitivo vengono organizzate sedute di psicoterapia e non solo. Ci sono anche animatori che, oltre a tener loro compagnia e a sollecitarli nello svolgere alcune attività, tengono vivi i rapporti degli ospiti con il mondo esterno, interagendo con le famiglie e i parenti. Non si viene in Rsa per chiudersi tra quattro mura e aspettare la morte. Noi cerchiamo di rallentare l’aggravarsi delle patologie, tentando di rendere più lento il decorso. Non che spariscano, ma vengono arginate, alleviando la sofferenza di coloro che ne sono colpiti”.
Qual è il compito dello psicologo?
“Organizza sedute individuali o di gruppo per evitare di isolare l’ospite”.
Tutti gli assistiti della Visconti provengono dal distretto?
“Quasi tutti. Una arriva da Roma, è un’ex attrice un tempo molto famosa, uno dalla Francia”.
Lei ha già un numero impressionante di pazienti del servizio sanitario nazionale, come mai ha accettato di fare da consulente per una Rsa?
“Ho fatto vita ospedaliera per oltre venti anni e medicina generale per altrettanti anni. Sono stato anche medico in strutture pubbliche e private della Sicilia. Orbene, qui alla Visconti ho riscoperto l’emozione di fare il medico di reparto perché sono coadiuvato da personale che mi ricorda molto quello che collaborava con me durante la mia attività ospedaliera. Lavoriamo in équipe con infermieri, fisioterapisti, psicologi e quant’altro: svolgiamo un lavoro di un certo valore e rischio rispetto a uno studio di medicina generale. Qui ci sono infermiere che tornate dalle vacanze, prima ancora di disfare i bagagli, sono venute in Visconti per controllare come stavano i loro pazienti”.
Tornando in ambito pubblico, cosa bisognerebbe fare in più per garantire sempre alti livelli di assistenza?
“Su due piedi non saprei rispondere. Io sono anche sindacalista della Cgil per la medicina generale. Stiamo cercando di capire i bisogni dei medici: soddisfacendoli si migliora anche l’assistenza ai loro pazienti. Una volta che li avremo individuati correttamente ci siederemo attorno a un tavolo di contrattazione con i responsabili della sanità. L’obiettivo è migliorare su tutti i fronti”.
Potrei sembrare di parte, in quanto sorella, ma tutto il lavoro che sta svolgendo lì confermano la sua professionalità e umanità che lo contraddistingue.
Mi chiamo Ivan Luciano e sono un paziente del dott. CARASTRO . Non ho molte parole che possano esprimere “ la gioia” di averlo come medico di famiglia, ma aggiungo solo che ho ritrovato il vero “ medico di famiglia “, che prima di essere un ottimo medico che ti prende in carico come paziente , e’ un vero uomo a cui si può concedere ogni confidenza .
Confermo. Un grande medico con doti umane non indifferenti. Non a caso ho affidato a lui le cure dei miei adorati figli che vivono da diversi anni a Milano. Non potevo sperare di meglio ; un amico e collega degno di referenze.
sono una ex paziente del dottor Carastro, posso solamente dire che lo rimpiango da quando si è trasferito Milano.
una parola sola, lui è il DOTTORE grazie per tutto