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Nuova bufera su Ama: Marco Masini si dimette da amministratore per il caso dei rimborsi

Le opposizioni chiedono una commissione d’inchiesta: gli sarebbero stati versati circa 2500 euro al mese, per dieci mesi, per un totale di circa 25mila euro non dovuti.

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Nella foto, il sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti, a dx, e Marco Masini, nell'immagine ufficiale della nomina ad amministratore unico di Ama
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Nella foto, il sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti, a dx, e Marco Masini, nell’immagine ufficiale della nomina ad amministratore unico di Ama

Ancora una volta Ama e Comune di Rozzano finiscono nella bufera. Bufera politica e legale. Al centro delle polemiche la gestione di Marco Masini, amministratore unico della municipalizzata rozzanese, accusato dall’opposizione, Pd in testa, di aver richiesto e ottenuto dei rimborsi spese cui non aveva diritto.

Il Partito democratico, poi seguito a ruota dal M5stelle, ha richiesto un Consiglio comunale urgente per discutere la vicenda. La questione è esplosa in tutta la sua virulenza in questi giorni ma ha una gestazione che parte dallo scorso aprile, anche se sulla paternità esistono parecchi dubbi.

Secondo la versione dell’opposizione, sarebbero stati Francesco Barbera e l’assessore Simone Scavilla (secondo rumors sempre più insistenti dimissionario dalla carica) a far esplodere il caso. Esaminando alcuni documenti contabili di Ama avrebbero scoperto che all’amministratore unico Masini sarebbero stati versati circa 2500 euro al mese di rimborsi spese per dieci mesi per un totale di circa 25mila euro.

Il problema è che la nomina dell’amministratore unico non prevede rimborsi ma solo il versamento una tantum di 9.600 euro all’anno. Non solo. Sempre secondo le opposizioni, una delle prime operazioni di Masini, una volta ottenuta la nomina sarebbe stata quella di assegnarsi come auto di rappresentanza una “auto blu”, una Bmw super accessoriata, che, sempre secondo le stesse opposizione, “nemmeno il Presidente della Repubblica ha”.

Sulla vicenda, esplosa in questi giorni sui social, lo stesso Marco Masini ha invitato alla prudenza nei commenti, minacciando di portare tutti in tribunale se sarà messa in dubbio la sua onorabilità e la sua correttezza. Prima di essere nominato amministratore unico di Ama, Masini aveva un contratto di consulenza con la municipalizzata rozzanese, il cui onorario si aggirava, per un impegno triennale, complessivamente sui 120mila euro. Al momento della nomina aveva rinunciato a quella cifra perché incarico e retribuzione erano incompatibili con il suo nuovo status.

“Il Pd – ha detto a pocketnews.it Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano – sta strumentalizzando una vicenda su cui non ha alcun merito. È stata l’amministrazione comunale, e lo conferma una Pec dello scorso aprile, a sollevare il caso. È vero, Masini ha commesso un errore di interpretazione di una norma. Per questo errore si è già dimesso e promesso che restituirà sino all’ultimo centesimo le la cifra che ha impropriamente percepito”.

La questione è che le opposizioni non mollano l’osso. Vogliono il Consiglio comunale urgente per dibattere del caso e magari istituire una commissione d’inchiesta. “Certo che faremo la commissione d’inchiesta – ha sottolineato Ferretti – ma non solo sull’ultimo anno di gestione dell’Ama, ma sugli ultimi quindici anni di gestione di Ama, Api e dell’ente Comune di Rozzano: vorremo scoprire e capire come sono state gestite le risorse, come sono state orientate le assunzioni, cosa ha davvero provocato il fallimento di Api”.

“Masini mi ha consegnato la sua lettera di dimissioni – ha concluso il sindaco – Ha commesso un errore di valutazione, non ha colpe e non c’è dolo, visto che restituirà quanto percepito impropriamente. Nessun esponente messo dal Pd in Ama lo ha mai fatto e questa è la migliore dimostrazione di buonafede che si possa pretendere.” Sul fronte opposto però insistono: Se è vero che Masini ha ricevuto somme cui non aveva diritto, qualcuno ha sbagliato. È stato commesso un reato? Chi doveva controllare?

Nel primo pomeriggio è arrivata in redazione una dichiarazione dello stesso Masini: “La vicenda delle note spese, sollevata strumentalmente da alcune forze politiche, rileva solo per il fatto che si tratta di una errata o maldestra interpretazione della norma di specie, a cavallo tra il pubblico ed il privato, che mi fu fatta notare a fine aprile dall’amministrazione a seguito dei dovuti controlli”.

“Stante l’assoluta buona fede, – ha concluso Masini – ho convenuto con il Comune la restituzione del dovuto e, per non far sollevare altre questioni, ho rimesso il mandato a disposizione dell’amministrazione stessa, in attesa di relative decisioni”.

 

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