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‘Ndrangheta, arrestato imprenditore nipote dei boss Molluso e sequestrati 8 campi da padel

Le indagini sono nate da accertamenti svolti su un pregiudicato calabrese, affiliato alla locale di ‘ndrangheta di Corsico, arrestato nel 2010 nel corso dell’operazione “Infinito”

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agenti-DiaUn imprenditore residente nel Sud milanese, a cui si contestano l’emissione ed utilizzo di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e l’autoriciclaggio, è finito agli arresti domiciliari su ordine del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, arresti eseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia. Si tratta di  Marco Molluso, nipote di due boss, e allenatore di calcio dilettantistico. Molluso è parente di Giosofatto e Francesco Molluso, entrambi condannati per associazione mafiosa, originari di Platì (Reggio Calabria) ma da anni emigrati a Buccinasco. La struttura coinvolta è quella della Lombardia 1, di proprietà comunale.

Operazione “Infinito”

Le indagini che lo riguardano sono partite dagli accertamenti svolti su un calabrese, arrestato nel 2010 nel corso dell’operazione “Infinito”, e condannato in via definitiva perché affiliato alla locale di ‘ndrangheta di Corsico. Le indagini della Dia e della Guardia di Finanza avrebbero scoperto come Molluso abbia partecipato alla realizzazione di otto campi di padel del valore di circa 700 mila euro, all’interno di un Centro Sportivo comunale, assegnato in concessione alla società dilettantistica milanese Lombardia 1.

Il business dei prossimi 10 anni

Secondo gli inquirenti, attraverso le sue società, Molluso, che ha precedenti condanne per droga, avrebbe messo le mani nella gestione del centro sportivo comunale di via De Nicola, nelle immediate adiacenze dell’ospedale San Paolo,  attraverso la gestione del bar interno ma soprattutto finanziando e costruendo campi da padel, definito dallo stesso Molluso il business dei prossimi 10 anni.

Sotto sequestro

Gli impianti, che risultano tra l’altro essere stati realizzati “abusivamente e senza alcuna autorizzazione preventiva da parte degli uffici competenti”, sono stati sequestrati. Nel corso delle investigazioni sono stati raccolti degli indizi in base ai quali gli inquirenti ipotizzano come l’indagato, “dopo aver sottoscritto un contratto di prestazione d’opera (risultato poi inesistente) con la società che gestisce in concessione il Centro Sportivo, abbia finanziato e costruito i campi da padel potendo contare su profitti considerati illeciti, ottenuti cioè da numerosi reati fiscali, con l’obiettivo di partecipare agli incassi derivanti dal loro noleggio” agli appassionati di questo sport.

Frode da 1,5 milioni di euro

Gli investigatori della Dia, coordinati dai magistrati Alessandra Dolci e Silvia Bonardi della  Direzione distrettuale antimafia, hanno effettuato diverse perquisizioni e, come detto, hanno sequestrato gli 8 campi. Ai lavori, secondo il gip, avrebbero partecipato tutte le imprese facenti capo ai Molluso anche quelle gestite da Giosefatto e da zio e cugini di Marco Molluso. Non solo. Nel biennio 2020-2021, la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una presunta frode fiscale da oltre 1,5 milioni di euro legata sia all’emissione che all’utilizzo di fatture false con indebita detrazione dell’Iva.

L’esonero

Marco Molluso, calciatore dilettante di buon livello e oggi l’allenatore della Castanese di Castano Primo. La società sportiva, dopo la notizia dei domiciliari “per il tecnico Marco Molluso” si è detta “esterrefatta” e a titolo cautelativo “comunica di aver provveduto a sollevare il predetto dall’incarico sportivo”.

 

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