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Narcos a Cesano, tutti i protagonisti dell’ultimo blitz contro il traffico di droga

In carcere sono finiti Pasquale Lapalombella e il fratello Michele. Coinvolto anche Francesco Terlizzi, contitolare del bar Chicco d’oro di via dei Mandorli

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Nella foto, agenti della polizia perquisiscono le abitazioni dei narcotrafficanti
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Nella foto, agenti della polizia perquisiscono le abitazioni dei narcotrafficanti

Consegnavano la droga agli spacciatori disseminati tra Cesano Boscone e il Giambellino, seduti comodamente in un taxi. Un espediente per non farsi notare. Peccato che non sia servito a nulla e che l’intera loro organizzazione sia finita nel mirino degli agenti della direzione distrettuale anti droga. Poi sono scattate le manette. Cinque gli arresti, tra cui uno ai domiciliari (il tassista), e un obbligo di firma.

In carcere sono finiti il capo, Pasquale Lapalombella, 48 anni, personaggio che si era fatto un nome nell’ambito del traffico di droga, il fratello Michele, suo braccio destro, Ervis Bushi, 42enne complice albanese addetto al taglio della cocaina, Michele Terlizzi detto Sandokan, co-titolare del bar Chicco d’oro di via dei Mandorli, a Cesano Boscone. Ai domiciliari è stato costretto, invece, Roberto Spennacchio, 50 anni, professione tassista, mentre uno dei corrieri, un 62enne ha evitato l’arresto con l’obbligo di firma.

L’indagine è partita nei primi mesi di quest’anno quando a Roma sono stati fermati tre narcos con 26 chili di coca. Tra i loro contatti c’era un numero «milanese». Quello di Lapalombella che, come detto, è un personaggio conosciuto negli ambienti del traffico di droga. E anche da chi sui quei traffici indaga.

Condannato più volte per narcotraffico, era fuori dal carcere “in prova”. Secondo la ricostruzione del pm della Dda Silvia Bonardi e dell’aggiunto Alessandra Dolci, per impedire che ritornasse in cella, aveva una “cura maniacale nel maneggiare gli stupefacenti” perché voleva evitare di rimanerne contaminato. Se fosse risultato positivo a un controllo sarebbe tornato diritto in carcere a scontare le condanne già passate in giudicato.

Ruolo subalterno è quello del fratello maggiore Michele che si alternava con Ervis Bushi nella divisione dei panetti. Roberto Spennacchio era, secondo la ricostruzione degli investigatori della Narcotici della polizia, diretti da Marco Calì e Domenico Balsamo, colui che accompagnava con il suo taxi i corrieri alle consegne. Uno di loro, 62enne, ha invece evitato l’arresto con la misura cautelare dell’obbligo di firma.

Gli inquirenti hanno documentato la cessione di droga effettuata, appunto, attraverso il tassista. Dopo una lunga trattativa sul prezzo (l’acquirente voleva risparmiare 500 euro al chilo di cocaina) Lapalombella dà l’ok alla consegna della droga a Francesco Terlizzi detto Sandokan, socio di un bar di Cesano Boscone, che avrebbe voluto andare a prendere il “pacco” direttamente a casa del fornitore Pasquale Lapalombella, in via Gonin, al confine tra Milano e Corsico.

I poliziotti avevano seguito attraverso il telefonino di Lapalombella, trasformato in una microspia grazie allo spyware, tutte le fasi organizzative della consegna di 750 grammi di coca. Peccato che il trafficante ignorasse di essere sotto controllo. Così aveva fermato subito Sandokan e gli aveva detto, “non ti muovere arriviamo noi in taxi”.

E qui era entrata in scena la Toyota Auris di Roberto Spennacchio, che, alle 17 del 3 aprile 2021, era incappata in un controllo di una Volante all’incrocio tra via Lorenteggio e via Bisceglie: a bordo c’era il corriere Pierluigi Tessa, arrestato in flagrante per il possesso dei 750 grammi che stava andando a consegnare a Sandokan.

Spennacchio, al momento se l’era cavata ed era restato libero: aveva il tassametro acceso e dichiarato di aver caricato quell’uomo che aveva alzato il braccio al suo passaggio alcune centinaia di metri prima. Tuttavia, le indagini successive hanno raccontato altro. Dalle intercettazioni sarebbe emerso che il cinquantenne sapeva quello che stava facendo, e, anzi, si sarebbe accordato telefonicamente con Lapalombella per il trasporto “eccezionale”.

Lo stesso giorno della telefonata a Spennacchio, il 2 aprile scorso, Lapalombella e Terlizzi si erano incontrati nel bar “Chicco d’oro” di Cesano per concordare la consegna dei 750 grammi. Tutto è stato registrato dagli agenti: “Allora facciamo domani, facciamo domani”. L’appuntamento era alle 17,30. Il 3 aprile Sandokan aveva aspettato “sotto i portici” di via dei Mandorli, ma il taxi di Spennacchio non è mai arrivato.

Testimone dell’arresto del suo corriere (precedeva il taxi su un’altra auto), Lapalombella era andato nel panico. “Siamo fottuti”, aveva urlato. Poi aveva cominciato a telefonare a parenti, amici e complici nella speranza che riuscissero a “ripulire tutto”. Non ce l’hannofatta. Alla conclusione delle indagini del pm della Dda Silvia Bonardi e dell’aggiunto Alessandra Dolci, il giudice per le indagini preliminari ha firmato gli ordini di arresto.

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