I medici del Niguarda hanno fermato le emorragie interne e stanno riducendo le fratture al bacino e alle gambe, fratture che si è procurata dopo un volo di una decina di metri
E’ appesa a un filo la vita di Maria Laganà, la 57enne di Corsico che, dopo essere scomparsa ieri mattina, questa notte si è lanciata nel vuoto dalla finestra di un albergo che sorge in via Conca del Naviglio, a Milano. I medici del Niguarda hanno fermato le emorragie interne e stanno riducendo le fratture al bacino e alle gambe, fratture che si è procurata dopo un volo di una decina di metri.
La donna, ieri mattina, aveva lasciato la sua auto tra gli orti di via degli Alpini e l’oratorio di San Adele e da allora aveva fatto perdere le sue tracce. Probabilmente aveva preso un bus che l’aveva condotta in Darsena a Milano. Arrivata in via Conca del Naviglio, era entrata in un albergo e aveva preso una stanza. Lì era rimasta in compagnia dei suoi fantasmi sino a quando non si è lanciata nel vuoto dalla finestra della sua stanza
Collaboratrice scolastica in forza all’Istituto Margherita Hack di Assago, da circa un anno e mezzo soffre di depressione, secondo i suoi parenti provocata proprio dai suoi impegni professionali, e si cura con antidepressivi. Ieri avrebbe dovuto recarsi al suo posto di lavoro. Non vedendola arrivare, i suoi colleghi avevano chiamato i suoi parenti che avevano lanciato l’allarme.
Le ricerche sino a questa mattina, poco prima dell’alba, non avevano dato alcun riscontro. Poi quando i volontari dell’ambulanza che l’hanno soccorsa l’hanno trasportata d’urgenza al reparto politraumatico del Niguarda, hanno consegnato i suoi documenti al posto di polizia aperto all’interno del nosocomio milanese e raccontato del tentato suicidio.
Maria Laganà è stata subito trasportata in sala operatoria per la riduzione delle emorragie interne e delle fratture a bacino e gambe che la caduta le ha procurato. I poliziotti hanno provveduto ad avvisare il marito (pensionato) e i parenti, che sono accorsi al suo capezzale e che la stanno confortando. Le sue condizioni rimangono gravi.
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