Egregio direttore,
Al quartiere Tessera, dopo quasi 60 anni, nei palazzoni alti sette piani di via Gramsci stanno cambiando gli ascensori. Ce ne’ è uno per ogni scala. Se non funziona si può entrare e uscire da casa solo facendo le 15 inerpicate e strette rampe di scale. Purtroppo l’avviso dell’inizio dei lavori è stato affisso sul portone degli edifici la sera di sabato 23 novembre. I lavori sono iniziati lunedì 25 novembre.
Troppo poco tempo per organizzarsi e trasferire i disabili che abitano ai piani alti e per cui anche solo i sette scalini all’ingresso dell’edificio costituiscono una barriera quasi invalicabile. In molte abitazioni con l’ascensore non funzionante e il mancato preavviso, sono rimasti bloccati. La sfortuna ha voluto che mia mamma, ultra ottantenne che non cammina quasi più, che in casa si muove solo con il deambulatore e che abita al settimo piano sia caduta proprio il lunedì sera, verso le 23.30, e sia stato necessario chiamare il 112 per portarla in ospedale.
Ed è a questo punto che io devo ringraziare sia gli operatori della centrale operativa della Verisure, che hanno risposto all’Sos inviato da mia mamma e chiamato il 112, sia gli operatori della Intervol di Cesano Boscone che sono intervenuti insieme ai carabinieri e ai vigili del fuoco. In particolar modo sono i volontari dell’Intervol che devono essere ringraziati. Dopo averle misurato i parametri vitali e averla liberata dalla scomoda posizione in cui era caduta, l’hanno caricata e assicurata su una barella spinale e, a braccia, dandosi il cambio di posizione ogni due rampe l’hanno trasportata giù per le strette e ripide scale, con grandi difficoltà e facendo un’enorme fatica.
La barella infatti non girava l’angolo del mezzanino ed era necessario sollevarla oltre la ringhiera della scala. Poi, una volta arrivati al piano terra, mi mamma è stata velocemente trasportata all’ospedale san Carlo dove è stata curata e dimessa la mattina seguente. L’assistenza dell’Intervol però non si è limitata al trasporto perché alle dimissioni dovevo riportare mia madre in casa e quei sette piani di scale da fare a piedi rappresentano, per chi è disabile e non cammina più, gli ultimi 1200 metri della scalata dell’Everest, disseminati dai resti di chi non è arrivato in cima.
Però l’Intervol ha una sedia cingolata con cui si può arrivare salire tutti i sette piani con una fatica ragionevole, ed è stata la salvezza di noi alpinisti involontari delle grandi vette. Grazie a questi volontari, mia madre ha potuto rientrare in casa, ma ovviamente per noi ora il traguardo è quello di superare indenni il 10 dicembre, giorno in cui, ci hanno promesso, l’ascensore ricomincerà a funzionare.
I.M.P