
C’è chi distrugge con l’indifferenza o con la violenza. E chi ama. Una persona o una città, non c’è differenza. E amore e riconoscenza sono i sentimenti che emergono da una lettera aperta inviata da Elena Lesmo, da cinquant’anni residente a Rozzano, al Corriere della Sera. La sintesi? C’è del buono a Rozzangeles, basta saperlo cercare, basta saper guardare. Ecco il suo appello:
Vivo a Rozzano da ormai cinquant’anni e conosco le notizie che, nel tempo, hanno reso tristemente famosa la mia città. Scrivo per raccontare l’esperienza dei miei figli, non per il classico orgoglio materno ma piuttosto per evidenziare che anche a Rozzano ci sono cose da apprezzare. I miei ragazzi hanno svolto l’intero ciclo di studi (dalla materna alle scuole medie) presso l’Ics Monte Amiata, uno dei complessi di scuole pubbliche di periferia, con alunni la cui provenienza potrebbe coprire tutto il planisfero, con una normale incidenza di studenti con disturbi dell’apprendimento e numerosi casi di disagio economico e famigliare. In tutti questi anni i miei ragazzi hanno trovato insegnanti eccezionali: professionali e attenti, severi e coinvolgenti, rigorosi ma anche simpatici. Hanno instillato curiosità, passione, voglia di andare oltre il testo scolastico, capacità di guardarsi intorno. Grazie a tutto ciò, il mio grande, ora al quarto anno di liceo classico, sta ricevendo numerosi premi ai concorsi di latino ai quali partecipa e il piccolo, al primo anno di scuole superiori, ha già evidenziato tutte le sue potenzialità. Così come i miei figli, anche i loro compagni di classe e gli altri alunni del complesso scolastico hanno avuto la fortuna di incontrare degli ottimi maestri. Quando parliamo di Rozzano e delle scuole pubbliche, non prestiamo attenzione solo al brutto: mettiamo in evidenza anche le sue eccellenze! Come si dice in latino «per aspera ad astra»: attraverso le asperità si raggiungono le stelle. Elena Lesmo