Home Cultura Jonathan Bazzi: dopo il successo di “Febbre”, lo scrittore di Rozzano torna...

Jonathan Bazzi: dopo il successo di “Febbre”, lo scrittore di Rozzano torna in libreria con “Corpi minori”

L’autore si racconta in Tv. Oggi pomeriggio, 12 febbraio, sarà ospite di Silvia Toffanin a Verissimo e ripercorrerà i momenti più intensi e difficili della sua vita nella città in cui ha vissuto

0
Nella foto Jonathan Bazzi
bazzi
Nella foto, Jonathan Bazzi

I corpi minori sono corpi celesti di dimensioni ridotte: asteroidi, meteore, comete, ma in questo romanzo  di Jonathan Bazzi “minori” sono tutti i corpi osservati sotto la lente del desiderio. Desiderio che fa gravitare i personaggi attorno ai sogni e alle ambizioni di una vita, o solo di una stagione. Come accade al protagonista, che all’inizio della storia ha vent’anni, più di un talento ma poca perseveranza.

Di una cosa però è sicuro, vuole andarsene da Rozzano, percorrere in senso inverso i tre chilometri e mezzo di via dei Missaglia, lasciarsi alle spalle l’insignificanza e la marginalità e appartenere per sempre alla città. Spera di trovare anche l’amore, che sin dall’adolescenza insegue senza fortuna, invaghendosi di ragazzi tanto belli quanto sfuggenti.

In una Milano ibrida e violenta, grottesca e straripante – che sembra tradire le promesse di quiete e liberazione immaginate da lontano – il protagonista dovrà fare i conti con le derive del desiderio, provando a capire quale sia il suo posto. Quando inizia una relazione con un ragazzo più giovane di lui, si sente finalmente dentro il cono di luce dorata della felicità: ama, ed è corrisposto. Eppure non basta trovarsi nel luogo che si è sempre sognato, non basta l’amore.

A Bazzi, 37 anni a giugno, nel 2016 è stato diagnosticato l’HIV. Si  racconta oggi pomeriggio, 12 febbraio, per la prima volta in Tv a Verissimo, su Canale 5 e ripercorre con Silvia Toffanin i momenti più intensi e difficili della sua vita, che ha raccontato anche nel suo ultimo libro Corpi minori, uscito quattro giorni, fa incentrato sulla sua adolescenza, segnata dai pregiudizi legati alla sua omosessualità.

“Il libro – ha detto durante la presentazione – l’ho scritto durante il primo e il secondo lockdown, alle prese con ciò che è accaduto in me, quando quasi tutto all’esterno si è fermato. Eccolo qua. Racconta due movimenti essenziali: dalla periferia al centro e dall’amore atteso, sperato, immaginato, all’amore reale”   .

 Ripercorrendo la vita vissuta a Rozzano,  Bazzi fa distinzioni tra la sua realtà e quella di altri personaggi che sono emersi dallo stessi territorio. “I privilegiati – aveva raccontato in un’intervista al Corriere della Sera – sono quelli delle villette a schiera, dove abitava Fedez e dove vivono tutt’ora i genitori. Fedez era di una classe sociale molto diversa dalla mia, i suoi avevano un bar. Per anni mi sono vergognato di casa mia, e le volte che qualcuno mi riaccompagnava a casa mi facevo lasciare nella zona delle villette. Non volevo che scoprissero che abitavo nelle case dell’Aler, troppo identificative di povertà”.

 “Mia mamma faceva le pulizie negli uffici, mia nonna in altre case popolari di Rozzano. Da piccolo le facevo compagnia. Da grande, a 14/15 anni, ho lavorato anch’io. Andavo dalla signora delle catenelle – per la quale lavorava mia nonna e che forniva perline, ganci alle lavoranti, che a casa propria montavano le catenelle per gli occhiali – a ritirare le mie vaschette di perline e di ganci. Tornavo a casa e mi mettevo a infilare”, aveva raccontato Bazzi. Questo è il suo passato. Il futuro lo sta costruendo giorno dopo giorno.

Seguici sulla nostra pagina Facebook

Nessun commento

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Exit mobile version