Giovanni C. si è fatto portavoce delle proteste e ha scritto una lunga lettera a pocketnews.it denunciando la sensazione di impotenza che sta evidenziando la questione ed invitando maggioranza e opposizione che amministrano il paese a intervenire con soluzioni che tutelino i residenti e la qualità della loro vita.
“Da giorni – ha scritto – si verificano furti e borseggiamenti presso il supermercato Tigros di Cusago. Oggi per poco tra i “malcapitati” vi poteva essere anche mia moglie, che ha capito la situazione (visto che si sentiva “curata” da due individui) ed ha sventato il furto. Questa gente entra anche nel supermercato facendo giocare i figli con il cibo (cosa di cui siamo stati anche testimoni oculari) e quando il direttore gli ha parlato, loro se ne sono altamente fregate. Vogliamo far chiudere anche l’unico centro commerciale di Cusago? Come già successo anche per Pozzoli Market sulla Via Cusago, e prima anche altri marchi sulla strada verso Milano?”
“Ma il sindaco, la giunta attuale e l’opposizione dove sono? Che cosa ne pensano ad oggi? È possibile che non si rendano conto della situazione in cui verte la parte di Cusago, lungo Viale Europa? Nonostante i cancelli che son costati 170.000 euro installati agli accessi della zona industriale per evitare lo stazionamento dei rom, questi continuano ugualmente a fare il loro comodi”.
“Ogni anno, da ormai tanti anni, in questa stagione – è l’inizio dell’autodifesa – il problema dei cosiddetti nomadi torna ad esplodere nei nostri territori in tutta la sua gravità e tutti, sottolineo tutti, i Comuni a noi limitrofi vivono questa dannazione, chi più chi meno, legata alla disponibilità di aree ritenute adatte alla sosta da parte di questi personaggi che fanno rete scambiandosi informazioni e pianificando i movimenti e gli stazionamenti”.
“Per quanto riguarda Cusago – continua il post – l’area interessata costantemente da queste soste è in Via Fermi. Si tratta di un parcheggio pubblico di circa 2.500 mq poco utilizzato e quindi sempre abbastanza libero che viene costantemente occupato da queste carovane di roulotte, da 4/5 fino anche a 20, che molto rapidamente arrivano, staccano le autovetture e bivaccano senza quartiere, stendono panni, allestiscono barbecue, fanno bisogni corporali e lasciano ogni genere di rifiuti.
“Sempre e da sempre – è la giustificazione – la nostra Polizia locale interviene nell’arco delle 24 ore ed in caso di numeri contenuti riesce ad imporre lo sgombero, ma quando i numeri sono elevati e parliamo quindi di 60/70 persone si rende assolutamente necessaria la collaborazione dei Carabinieri. Le forze dell’ordine non sono sempre immediatamente disponibili in quanto hanno anche ben altri compiti ed incombenze da gestire e questo determina che le soste, a volte si prolunghino di alcuni giorni. Considerate poi che, come prima indicato, queste carovane si coordinano fra loro e quindi appena sgomberata una ne arrivi un’altra subito dopo, per cui spesso capita di non aver neanche la percezione dello sgombero effettuato”.
Solo nel 2021, quindi da Gennaio ad oggi, gli sgomberi stati 22! Dopo aver ringraziato le forze dell’ordine per l’impegno in questa battaglia “che avrebbe bisogno, per essere vinta, di ben altre normative che solo un Governo degno di tale nome dovrebbe avere il coraggio di legiferare ma questo non è mai avvenuto e continua a non avvenire lasciando noi Sindaci in balia di un fenomeno che porta con sé degrado, preoccupazione e tensioni sociali continue”, il post annuncia la pubblicazione di un bando per l’assegnazione di tutta quell’area “a chiunque fosse interessato affinché possa essere adibita a deposito o parcheggio, recintandola e chiudendola con cancelli, e togliendola fisicamente all’occupazione abusiva dei nostri “cari nomadi”.
Se nessuno partecipasse al bando, c’è la promessa di acquistare circa 150 metri di barriere new jersey e chiudere la zona definitivamente. Del bando però non c’è più notizia. E non c’è più notizia della chiusura dell’area. Di certo ci sono solo le carovane di nomadi che continuano a stazionare a Cusago e a provocare crisi di nervi, in tutti coloro che li incrociano per strada. O al supermercato.
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