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Il dramma della famiglia Affatigato e dei suoi due figli: nonostante gli appelli, non si intravede una soluzione

Costretti a lasciare il garage in cui vivono non hanno un posto in cui andare. I colleghi di lavoro del marito hanno lanciato una colletta per recuperare fondi che possano aiutarli a trovare una casa

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Jessica-Notaro-con-i-figli-sfratto-corsicoI giorni passano e all’orizzonte non si intravede alcuna soluzione. Giugno si avvicina e ben presto Jessica Affatigato, i suoi due figli e il marito Filippo Maimone saranno costretti a lasciare il garage adattato ad abitazione messo a loro disposizione da un amico. Non hanno ancora un posto dove andare. La risposta del comune di Corsico (non abbiamo alloggi disponibili) ha gelato le loro speranze. E alimentato le polemiche.

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L’amministrazione Ventura, in un comunicato, ha scritto che “erano state proposte soluzioni abitative” respinte dai protagonisti di questa tragedia. Una conferma a quanto affermato in via Roma, sede del Comune, arriva dalla stessa Jessica Notaro che ha voluto precisare: “le soluzioni riguardavano una sistemazione in casa famiglia solo per me e i miei figli. Se avessimo accettato, la nostra famiglia sarebbe stata divisa: noi sistemati in chissà quale comune della Lombardia (dipende dalle disponibilità n.d.r.), il padre in mezzo a una strada, a dormire in un’auto. E poi i bambini vanno a scuola qui, qui hanno i loro amici, qui hanno vissuto tutti gli anni della loro breve vita”.

La signora Affatigato ha anche confermato che il Comune si è offerto di pagare una quota dell’anticipo per l’affitto di un alloggio da trovare sul mercato libero. Il guaio è che non si è fatto avanti alcuno che, dopo aver visto la busta paga del marito (dipendente di un centro commerciale di Cesano Boscone), abbia voluto sottoscrivere un contratto: troppo basso lo stipendio su cui grava un prelievo coatto del quinto, per sostenere una famiglia di 4 persone e pagare un affitto.

E allora? Sui social si è scatenato lo sdegno e la solidarietà per una vicenda che ha toccato la sensibilità di molti. Come quelle dei colleghi del marito di Jessica Affatigato che hanno scritto : “noi al lavoro già stiamo raccogliendo quello che una persona può donare”. Da Trezzano è partita l’idea di una raccolta fondi che possa contribuire a trovare una soluzione. Idem a Cesano. Non sono però ancora chiare le modalità delle due raccolte. O se si tratta solo di buoni propositi.

C’è anche chi contesta l’affermazione del Comune: “Non abbiamo alloggi disponibili” e ha denunciato: “un anno fa mi ha lasciato il mio papà, e la sua casa, Aler, e ancora vuota!!! Come è vuota quella di fronte a quella di mio papà! È un 3 locali chiusa da 4 anni!!! ci sono tanti appartamenti in via Marzabotto!! Lì ci sono nata e cresciuta e fino all’ anno scorso ero lì!!! quindi non diciamo cavolate: Jessica Affatigato si rivolga ai carabinieri e lo dica che in via Marzabotto 8 ci sono 2 appartamenti vuoti al primo piano”.

“Io sono dovuta scappare da Corsico – ha scritto un’altra persona – anch’io come questa donna con due figlie a carico stavo finendo sotto un ponte, avendo avuto uno sfratto perché stavo vivendo provvisoriamente nell’ appartamento dei miei genitori, con gli assistenti sociali che mi hanno detto di non avere una casa provvisoria…”

C’è anche chi se la prende con chi parla, parla e non offre soluzioni: “Però tutti a fare critiche ma nessun privato si offre di darle una sistemazione. Per le case comunali o Aler ci sono delle regole e requisiti da rispettare..” e chi ha fatto domande pertinenti: “Scusate ma è stato attivato il fondo per la morosità incolpevole. Le hanno proposto questa soluzione?”

C’è anche chi, come Francesco Magisano, ha sottolineato come pur nel rispetto delle regole, la soluzione di drammi come quello della famiglia della signora Affatigato deve arrivare dalla politica e da chi grazie alla politica gestisce il bene comune. Il consigliere comunale ha scritto alla redazione:

Egregio Direttore,
ho seguito con una certa apprensione i suoi articoli sulla situazione della famiglia senza casa che vive in un garage che dovrà lasciare a breve. Trovandosi quindi in strada dalla sera alla mattina. Con figli piccoli.

Ho letto il comunicato del Comune e ora io non voglio fare la parte dell’ oppositore che trae argomento da una tale tragedia. Perché di questo si tratta.Ma non si può restare indifferenti di fronte a una risposta che fornisce argomentazioni di “constatazione burocratica”, tanto comprensibili quanto politicamente insufficienti di fronte al caso di una famiglia con bambini.

Le politiche sociali hanno regole che vanno assolutamente rispettate, ma anche emergenze che riguardano l’assunzione di responsabilità della politica. A che servono altrimenti le elezioni? Leggo che sono state proposte “soluziomi abitative”. Quali? La strada più veloce sarebbe la casa Famiglia che ospita madri e minori. Ma esclude i mariti.

Qui manca completamente la politica. Abbiamo la fortuna di avere un assessore al Welfare che, per curriculum pubblico, opera anche professionalmente nel campo dell’ assistenza alle famiglie. Siamo certi quindi che non manca la professionalità. Spetta però alla politica cercare soluzioni ponte compatibili con la vita di una famiglia in difficoltà anche in relazione convenzionale con soggetti privati.

Non voglio qui fare propaganda. Mi limito a ricordare che sul fronte di queste emergenze ho visto Sindaci e Giunte di sinistra operare con ben altre capacità e concretezza. Da Perversi a Graffeo e persino alla ex sindaco Ferrucci, con la quale ho vissuto tre anni e mezzo di coabitazione di governo della città improntati allo scontro, ma devo qui riconoscerle su questi temi capacità indiscutibili. Forse a Corsico si è perso lo stampo. Si è perso il senso della solidarietà che ha animato generazioni di amministratori pubblici. Non ci rimane quindi che “sperare” nella conclusione veloce di questa vicenda. 

 

 

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