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I Baci Perugina festeggiano i loro primi cento anni con un concerto on the road

forse non tutti sanno che dietro alla storia di Baci Perugina si nasconde Luisa Spagnoli, la visionaria imprenditrice che prima ancora di essere una stilista, ha ideato il famoso cioccolatino degli innamorati.

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perugina-okEra il 1922 quando Luisa Spagnoli creò quello che sarebbe diventato molto più che un semplice cioccolatino. E sì, forse non tutti sanno che dietro alla storia di Baci Perugina si nasconde Luisa Spagnoli, la visionaria imprenditrice che prima ancora di essere una stilista, ha ideato il famoso cioccolatino degli innamorati.

Un cioccolatino che nel mondo, oggi è un’icona degli affetti e delle emozioni. Baci Perugina ha compiuto 100 anni di storia e, nell’anno del suo Centenario, ha acceso i riflettori sul suo territorio d’origine, Perugia, per l’appunto. Che in questi giorni è stata arredata da eleganti pianoforti a coda lungo le sue vie. Organizzato anche un grande concerto, proprio nella piazza principale della città dove i cioccolatini sono nati.

Un po’ di storia. Luisa Sargentini prende il cognome di Annibale Spagnoli, uomo che sposa poco più che ventenne. Nonostante i due siano molto innamorati sono costretti alla lontananza, perché Annibale si arruola nell’esercito. Così Luisa decide di prendere in gestione una vecchia confetteria insieme agli amici Buitoni. Nel 1907 nasce La Società Perugina che oltre a Luisa e Annibale Spagnoli vede come membri Francesco Buitoni, Leone Ascoli e Francesco Andreani.

Nonostante Luisa non fosse un’esperta pasticcera, in poco tempo diventa bravissima. Per i perugini diventa un’abitudine passare a acquistare le sue prelibatezze. Gli affari decollano ma durante il la Prima Guerra Mondiale, arriva la crisi. Gli uomini sono chiamati alle armi, le città si spopolano e le donne e i bambini sono in pensiero per i propri mariti e padri. Le finanze delle famiglie si abbassano e non c’è spazio per pensare ai dolciumi. Luisa ha investito tutta se stessa nell’azienda e non si arrende.

In mancanza di operai disponibili, decide di assumere nel suo laboratorio le mogli dei soldati al fronte. In un ambiente tutto al femminile, il clima è diverso. Le donne non sono solo ottime lavoratrici, ma sono anche madri impegnate. Luisa comprende subito le loro esigenze e permette loro di allattare i propri bambini a lavoro. Istituisce inoltre un asilo nido in cui le sue collaboratrici possono lasciare i propri figli quando stanno lavorando. Grazie a loro, riesce a tenere aperto il suo laboratorio durante tutto il periodo del conflitto mondiale.

Alla fine della guerra, i mariti tornano a casa. L’economia ha subito un duro colpo e nonostante Luisa sia riuscita a tenere aperto il suo laboratorio, le vendite stentano a decollare. Una notte l’imprenditrice in preda alla preoccupazione rimane in azienda, mentre si arrovella per trovare una soluzione, nota in angolo una terrina di nocciole non integre, scartate dalle lavoratrici perché inadeguate per essere utilizzate come decorazioni.

Inizia a lavorare le nocciole con la pasta di cacao. Crea delle palline informi, che prova ad abbellire con una nocciola e una copertura di cioccolato. Fa assaggiare la sua creazione ai soci, che osservando la forma notano una certa somiglianza con un pugno chiuso. Chiamano perciò il cioccolatino Cazzotto. Mettono il nuovo cioccolatino in vendita, convinti di riscuotere un certo successo. Peccato che si invece un fallimento.

Francesco Buitoni, socio di Luisa, chiama in soccorso il figlio Giovanni per aiutarlo a risollevare l’azienda in cui aveva investito. Giovanni Buitoni entra in negozio e chiede “Per favore, un cazzotto?”. Si rendono immediatamente conto che il problema non è il gusto del cioccolatino, ma il nome. Il cioccolato continua a essere un bene di lusso, che le persone acquistano per fare un regalo. Nessuno regalerebbe mai una scatola di cazzotti. Giovanni propone di chiamarlo Bacio. Un nome semplice, romantico, facile da ordinare, entrando nel negozio. È subito successo. I Baci Perugina vanno a ruba.

I Baci, così come la musica, sono in grado di donare emozioni che sono la spinta vitale di ogni individuo. Ed è questo in fondo il messaggio che cent’anni dopo Perugina ha voluto dedicare a tutti gli italiani, partendo dal territorio che gli ha dato i natali: attraverso una colonna sonora che potesse amplificarle e farne riscoprire il valore profondo. Proposta quindi una due giorni di musica, con giovani musicisti che hanno ripercorso la storia e i sentimenti che i Baci hanno saputo regalare nel corso del tempo.

Dal jazz alla musica classica, dallo swing al tango, fino alle colonne sonore cinematografiche più famose, le vie di Perugia hanno accolto melodie nate dalla passione e dal talento di 15 ragazzi che, in un’ambientazione suggestiva, hanno suonato eleganti pianoforti a coda. Con un tutor: Maurizio Mastrini, conosciuto come il “pianista scalzo” che, partito da Colle San Paolo in Umbria, meno di cinquanta case sulle sponde del Lago Trasimeno, è arrivato in poco tempo a calcare con il suo pianoforte i palcoscenici più importanti del mondo.

L’intera manifestazione è stata la celebrazione di un’icona senza tempo, messaggera da sempre di emozioni e sinonimo di affetto riconosciuta in tutto il mondo. Un’icona che fa parte di ognuno di noi.

 

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