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Gianni Ferretti: “I miei primi dodici mesi vissuti in prima linea”

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Nella foto, il sindaco di Rozzano, Gianni Ferretti

Intervista al sindaco di Rozzano che il prossimo 28 giugno celebrerà il primo anno alla guida della città

Esattamente dodici mesi fa è riuscito a strappare una roccaforte come Rozzano alla sinistra. Visto da destra è un merito che va oltre ogni pregio personale, anche se, a detta dei suoi, sono molti. Tra dieci giorni festeggerà i primi dodici mesi da sindaco della città, dodici mesi vissuti in prima linea. Sarà una festa in sordina, visti i tempi che corrono, ma comunque festa sarà. Quello che segue è un bilancio di un anno vissuto sull’onda di un traguardo che sembrava impossibile da raggiungere che, invece, si è concretizzato la notte del 9 giugno dello scorso anno.

Che cosa è rimasto dell’emozione della vittoria?
“È tutto come il primo giorno. La stessa gioia, la stessa emozione. Se venissero meno, verrebbe meno tutto l’impegno che ci ho messo e che ci metto per affrontare e risolvere  i problemi della città”.

Quando si è insediato ha trovato una città ferita, qual è la lacerazione più difficile, quella  che teme non riuscire a sanare?
“Sto lavorando per rimarginarle tutte, da quelle provocate dal fallimento Api a quelle che creano tensioni tra inquilini e Aler, oltre a mille altre. In ogni ambito stiamo compiendo passi avanti nella loro soluzione. Per l’Api ho un rapporto continuo con il curatore fallimentare e con i vertici delle banche interessate. Credo che alla fine troveremo, insieme, le soluzioni che evitino il dissesto finanziario del comune”.

È un ottimismo di facciata o è concreto?
“È più che concreto. Anzi ho anche fiducia di trovare un accordo che eviti qualsiasi rischio processuale”.

Qual è la ferita che riuscirà sicuramente a guarire?
“Quella del rapporto tra cittadini e istituzioni. La porta del mio ufficio è aperta a tutti. Tuti i giorni, tutte le settimane, incontro la gente e ascolto i suoi problemi e mi impegno per risolverli. È un modo per riconquistare la fiducia dei residenti nell’istituzione locale”.

Un cambio epocale, rispetto al passato…
“Il passato non mi interessa, non mi appartiene. Io rappresento la svolta”.

Fallimento Api: siete riusciti a ricomprare alcuni beni, quali altri immobili riuscirete a riportare sotto l’ombrello del comune?
“Abbiamo ricomprato la piscina e stiamo lavorando con i curatori del fallimento per chiudere la vicenda in modo definitivo, cercando di riportare a casa gli asset più importanti, quelli strategici. Per gli altri, l’immobile di via monte Amiata e la palazzina di viale Lombardia, ex sede Ama, non c’è più nulla da fare”.

Sempre sul fallimento Api, sono state individuate delle responsabilità? Avete chiesto o chiederete  risarcimenti?
“Alla Corte dei conti è stato depositato un esposto con il quale si chiede ai giudici amministrativi di  verificare se esistono delle responsabilità che hanno determinato la bancarotta della municipalizzata, sia in ambito amministrativo, sia all’interno della stessa municipalizzata”.

Risultati?
“Per ora non abbiamo ancora notizie. La Corte dei conti non è velocissima nelle sue verifiche: va piano, ma prima o poi arriva alle conclusioni e se c’è stato dolo, non si farà pregare a denunciarlo. Noi agiremo di conseguenza”.

Nel suo primo anno ha anche affrontato l’emergenza Covid 19. A un certo punto, almeno per il web, sembrava che Rozzano fosse un focolaio. Quali sono i numeri, a tutt’oggi, dell’epidemia nel territorio?
“Oggi abbiamo 238 contagi, zero ricoveri, nessuno in terapia intensiva. I deceduti sono 35, i guariti 146. Con tutto il rispetto per chi è venuto a mancare, non sono numeri da emergenza. Se si fa il rapporto tra contagiati e popolazione residente si ha una percentuale irrisoria, dello 0,005. Rozzano non è stata mai un focolaio con importanti problemi di contagio. I rozzanesi, nella stragrande maggioranza, si sono comportati bene”.

Non si poteva fare di più per combattere l’emergenza?
“Non credo. In città è scattata una corsa alla solidarietà con centinaia di volontari che si sono offerti per garantire assistenza domiciliare alle fasce più deboli della popolazione, sia sul fronte sanitario sia su quello economico”.

Qualche numero?
“Basti pensare che il nostro centro di ascolto ha ricevuto 6050 telefonate, abbiamo garantito farmaci e spesa a 500 over 65, abbiamo emesso 1500 buoni pasto e con cento volontari abbiamo distribuito 2100 pacchi alimentari. Si è messa in moto una task force impressionante per affrontare e garantire a tutti i bisogni primari”.

Per il post emergenza quali sono i programmi?
Innanzitutto lo sgravio di tutti i tributi locali, dalla Tari alla Tosap, poi un bonus per commercianti e ambulanti secondo le possibilità del nostro bilancio”.

Come sono, dopo un anno, i rapporti con i rappresentanti delle altre forze politiche presenti in consiglio comunale?
“Con persone come Marco Maccaluso, il presidente del Consiglio, sono eccellenti. È una persona intelligente con il quale è possibile dialogare e confrontarsi. Nell’assise cittadina ce ne sono altri come lui”.

E con il Pd?
“Nessun rapporto. Non hanno ancora digerito la sconfitta e si sono arroccati sul loro Aventino. Noi siamo aperti al dialogo con chiunque bussi alla nostra porta, ma sin ora nessuno di loro si è presentato sull’uscio”.

E i rapporti con gli alleati?
“Come in qualsiasi famiglia si discute, ci si confronta anche duramente, poi si fa una sintesi e si trova la quadra”.

La sua giunta però ha già subito un rimpasto…
“Sì. L’ex assessore al lavoro Dario Quagliato si è dimesso per motivi di salute e al suo posto abbiamo nominato Ermanno Valli spostandolo dal Bilancio. Valli si sta impegnando con le imprese del territorio per tentare di soddisfare, almeno in parte, la richiesta di occupazione che arriva da ogni angolo della città”.

Al posto di Valli avete nominato un ragazzino, almeno questa è l’accusa…
“Simone Scavilla è giovane d’età, ma è molto preparato e farà ricredere molti dei suoi detrattori. I rozzanesi avranno di che stupirsi: si dice di far largo ai giovani e poi quando i giovani scendono in campo arrivano critiche pretestuose”.

Qual è il sogno che vorrebbe realizzare prima della fine della legislatura?
“Un vero e proprio centro cittadino, una questione che qui si trascina da oltre 40 anni e che non è stata mai affrontata seriamente. Un centro cittadino che abbracci via Mimose, via Liguria e che arrivi sino a piazza Foglia. Visti i rapporti che abbiamo con Aler, è una scommessa che si può vincere”.

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1 commento

  1. L’intervistatore, Cosimo Leo, dall’intervista Al Sindaco mi sembra che abbia colto in parte le stesse considerazioni che il sottoscritto ha pubblicato sul Gruppo di P.ZZa Foglia con la lettera aperta inviata al Direttore del Mensile Piazza Foglia, in data 15/06/2020.

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