venerdì - 19 Aprile 2024
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Errante: “Non sono uno sprovveduto, io rispetto le regole”

In soli 15 mesi di amministrazione, abbiamo ottenuto risultati superiori a 10 anni di governo del Pd. Nel caso della mensa abbiamo trovato un buco di 1.227.000 euro, con il nostro intervento la morosità è scesa all’8%

Cominciamo subito dalle note dolenti. L’opposizione l’accusa di essere uno sprovveduto incapace di governare una città come Corsico, o, comunque di dirigere una squadra non all’altezza del compito affidatogli dagli elettori. Che cosa ha da dire a sua “discolpa”?
“Mi domando se chi mi accusa di essere uno sprovveduto, sia stato “provveduto”. Se è da sprovveduti attuare un piano per il recupero delle risorse attraverso l’applicazione della legalità e del rispetto delle regole. Se è da sprovveduti ottenere, in soli 15 mesi di amministrazione, risultati superiori a 10 anni di governo del Pd. Nel caso della mensa abbiamo trovato un buco di 1.227.000 euro, con il nostro intervento la morosità è scesa all’8%. Se ci si riferisce alla scuola di musica, pesava troppo sul bilancio. Con noi, i costi sono stati ridotti del 50%, pur fornendo la stessa qualità di servizi, con un recupero di risorse che sono state destinate ad altri servizi. Non solo, il nostro metodo è stato adottato anche dai comuni limitrofi con i quali stanno cercando di fare sistema, con Corsico capofila, e avviato un progetto di recupero coattivo del dovuto. Se questo è essere sprovveduti…”

Non è solo questione di mensa e scuola di musica. Vista da fuori, dai non residenti che leggono i giornali, la sua giunta sembra essere composta perlomeno da “gaffeur” e i casi del divieto a suonare “Bella ciao” durante le celebrazioni del XXV Aprile e, ultimo in ordine di tempo, il caso del “Festival dello stocco”, sembrano confermare questa impressione.
“Io mi lascio giudicare dai cittadini, tutto il resto mi lascia indifferente. Sul Festival dello stocco c’è stato un buco nella filiera che doveva controllare. Abbiamo individuato cosa non ha funzionato e cercheremo di provvedere. Volevamo solo far rivivere sul territorio specificità regionali. La richiesta era partita da un’azienda che promuove lo stocco di Mammola in tutto il mondo, un presidio di Slow food. L’inserimento di Musitano, che io personalmente non sapevo chi fosse, è avvenuto dopo. Questa vicenda mi ha lasciato una profonda amarezza: sono stato linciato per responsabilità che non ho e non ho mai avuto.”

Sul caso “Bella ciao” è intervenuto addirittura il premio Nobel Dario Fo, che le ha dedicato un racconto che in realtà è uno “j’accuse”. «Si parla di una specie di capataz in veste di sindaco che ne combina più di Bertoldo a corte», ha scritto Fo. Lei si sente più un Bertoldo o invece si vede nelle vesti di re Alboino?
“Nessuno dei due. Quello che pensava Fo non mi interessa. So solo di non aver mai vietato personalmente quella canzone. Il 25 aprile è il mio anniversario di nozze e volendolo festeggiare con mia moglie avevo delegato il vicesindaco a occuparsi della vicenda. È stata Flavia Perrotta che ha sollevato la questione dell’inno e della presenza dell’Anpi. A questo punto la delega è passata al presidente del consiglio comunale che però ha preso per buona una scaletta compilata dall’assessore Di Capua che non conteneva quella canzone. Anche su questo episodio si è montata una polemica che non si è riusciti a fermare…”

Sono tutti episodi che poi sono esplosi a livello nazionale e addirittura internazionale. Lei ha debuttato sulle pagine della cronaca nazionale e internazionale perché ha usato il pugno duro contro chi non pagava il servizio mensa. Addirittura il New York Times l’ha presa come esempio “case-history”. Sembra quasi che sotto ci sia una sottile e sofisticata strategia di comunicazione. Chi ne è lo stratega?
“Certamente non io… provi a chiedere al Pd. E la ragione è molto semplice. Con la mia vittoria alle elezioni ho rotto una catena che legava gli ex Pci al potere durata 69 anni, un potere che aveva messo radici in ogni settore della vita pubblica. È il loro modo scomposto di reagire alla sconfitta”.

l caso del “Festival dello stocco” e la presenza di Musitano nel comitato organizzatore ha però  sollevato una montagna di polemiche e riproposto altrettante perplessità sulle possibili infiltrazioni della politica locale da parte della criminalità organizzata. Nel 2010 nella lista “Vivere Corsico”, candidato sindaco Giorgio Tiraboschi, assieme a lei e all’attuale presidente del consiglio comunale Vincenzo Cirulli, si era candidato anche Marco Molluso, nipote di due boss del calibro di Francesco Ciccio Molluso, condannato nell’inchiesta Nord-Sud, e Giosofatto, detto Gesu. Non conosceva nemmeno Molluso?
“Ho già risposto a queste domande, passiamo ad altro”.

Tre indizi, secondo Aghata Cristie fanno una prova. Qui gli indizi sono già due. Il pericolo di infiltrazioni è quindi costante. Qual è l’argine che un’ammistrazione locale può erigere per difendersi e difendere le istituzioni che rappresenta?
“Non abbiamo alcun potere, tranne quello di tenere sempre alta la soglia dell’attenzione”

Il suo vicesindaco, Flavia Perrotta, ha annunciato le sue dimissioni subito dopo la fiaccolata anticriminalità del 25 ottobre scorso. La Perrotta ha spiegato che le sue dimissioni non hanno nulla a che vedere con il Festival dello stocco” ma hanno origine nei contrasti interni alla Lega Nord, soprattutto con l’altro assessore del Carroccio, Giacomo Di Capua. La tempistica lascia perplessi. Non avrebbe potuto aspettare qualche settimana, aspettare che si calmassero le polemiche?
“È solo una coincidenza. Il rapporto di stima con Flavia Perrotta c’è e rimane immutato.”

Chi prenderà il suo posto?
“È oggetto di trattativa. La Lega dovrà proporre candidati competenti sul piano politico e amministrativo e le valuteremo.”

Punto fermo della sua campagna elettorale è stata innanzitutto la sicurezza. A che punto è il potenziamento del personale della polizia locale? Come sono i rapporti con polizia e carabinieri per garantire il controllo del territorio?
“Abbiamo aperto le procedure di mobilità e stiamo passando ai concorsi. Sin ora c’era il vincolo di assumere agenti provenienti dalla polizia provinciale, ma adesso questo vincolo è decaduto. A bilancio è prevista l’assunzione di quattro agenti e quattro ne assumeremo. Con i sindaci delle città limitrofe stiamo anche ragionando di polizia sovracomunale. L’obiettivo è riorganizzare il servizio perché, in quest’ambito, tutti siamo carenti. Abbiamo anche promosso un tavolo sulla sicurezza che ha l’obiettivo di potenziare i controlli e le verifiche sulle aree di cantiere; stiamo lavorando sulla sicurezza stradale in collaborazione con l’associazione delle vittime della strada e confrontandoci con il prefetto per stabilire una linea diretta con le forze dell’ordine che hanno bisogno di dati omogenei per poter intervenire con tempestività sul territorio. In quest’ambito dobbiamo sviluppare ogni sinergia possibile con le forze di polizia per liberarle da compiti che possono svolgere altri. Loro devono occuparsi di sicurezza, non dei rilievi di un incidente stradale.”

 Cosa è stato fatto sul fronte del lavoro e sulla disoccupazione a Corsico? A che punto sono le sue ricette per rilanciare l’occupazione?
“Quello del lavoro è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Il territorio soffre di una fragilità sociale elevata. Ci sono però segnali positivi. Agli operatori offriamo un protocollo d’intesa affinché scelgano maestranze locali. È il caso della Vidrala, un’azienda di carpenteria pesante che aprirà i battenti in via Volta che destinerà 50/60 posti di lavoro a residenti. Anche l’ampliamento della casa di riposo sul Naviglio offrirà nuove opportunità. Alle imprese in generale abbiamo abbassato la tassa sui rifiuti per invogliarle a investire sul territorio.” 

Quello dei diritti civili è un altro fronte caldo. Lei si è scagliato gli imam che predicano l’odio omofono pubblicando, sulla sua pagina Facebook, alcuni post contro il burkini poi si è rifiutato di applicare la legge sulle unioni civili perché obiettore. Non nota alcuna incoerenza?
“Nessuna. Sin dal 2008 quando ero assessore a Buccinasco ho istituito il primo registro sulle unioni civili. Secondo me, la Cirinnà è un papocchio che non tutela affatto i diritti civili, non piace nemmeno ai gay, quelli non politicizzati, perché le garanzie che offre potevano essere certificate da un notaio. Invece, l’Italia ha perso mesi a discutere di aria fritta che non risolve i veri problemi. Io poi ho altri valori, credo nella famiglia e non celebro matrimoni gay: è un mio diritto e non intendo rinunciarci.”

Secondo Michele Valastro, consigliere di Forza Italia e quindi della sua stessa maggioranza, l’amministrazione comunale non avrebbe idea di quali sono i crediti che vanta nei confronti di chi usufruisce dei servizi alla persona. Qual è la situazione reale?
“È diritto di ogni consigliere avere tutti gli atti e a noi risulta che gli sono stati trasmessi. Forse anomalo è il tempo che è servito per recuperarli, ma lui ne ha richiesti alcuni vecchi di più di sei anni che dovevano essere recuperati. I dati in nostro possesso dicono alto, che la situazione, adesso è sotto controllo.”

Lei è riuscito a coalizzare la destra: Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega Nord e la sua lista civica. Così ha vinto le elezioni. È la prova provata che anche a livello nazionale la destra può vincere solo se unita?
“Quando guardo il panorama nazionale, mi viene da ridere. Io sono abituato a una politica più seria. IL centrodestra fa fatica a stare insieme. Ci sono difficoltà ideologiche e strategiche, ma una cosa è certa che non funzionano più i canditati imposti dalle segreterie, quelli senza legami con il territorio in cui si vota”.

Lei è padre di Francesco e Federico. Consiglierebbe loro di dedicarsi alla politica?
“Sono loro che mi chiedono: chi te l’ha fatto fare? Io dico ai giovani che possono impegnarsi in politica solo se c’è vera passione, ma oggi la politica non mantiene gli impegni presi con tutti, soprattutto con i giovani… e loro ripagano con l’indifferenza.”

Si ricandiderà per un secondo mandato?
“Intanto voglio finire il primo. È una responsabilità molto pesante. Se non si hanno solide spalle e coraggio è un impegno che sottrae agli affetti e alle passioni. L’unica soddisfazione è il calore della gente… quando si manifesta.”

Se fosse rieletto, quali sono gli errori che eviterebbe?
“Errori ne faccio tutti i giorni, ma bisogna distinguere gli errori veniali dai peccati.”

Qual è il peccato più grave che ha commesso?
“Io sono sereno… non mi pare di averne commessi. Sono tranquillo con la mia coscienza, nonostante la gogna a cui sono stato sottoposto.”
 

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