Dieci sindaci dell’hinterland milanese sono scesi in campo contro la presenza di carovane di nomadi accampate nei loro territori. E hanno scritto una lettera al prefetto di Milano, Renato Saccone, e al Ministro degli Interni Luciana Lamorgese. Nel documento hanno lanciato l’allarme, se non si interviene in tempo, su possibili fenomeni di intolleranza da parte di cittadini esasperati. Primo firmatario della lettera è il sindaco di Cusago, Gianni Triulzi.
Con Triulzi sono scesi in campo, tra gli altri, anche i sindaci di Albairate, Cisliano, Corbetta, Santo Stefano Ticino. I primi cittadini hanno scritto: “Intendiamo portare nuovamente all’attenzione delle autorità competenti l’ormai intollerabile situazione relativa allo stazionamento delle carovane di nomadi nei territori dell’hinterland Milanese”.
Il documento prosegue: “Tali assembramenti minano la serenità ed il decoro dei nostri territori, che da molti anni vivono questo perenne assedio”. La situazione è insostenibile tra illegalità, di degrado, mancanza di sicurezza e tensioni sociali sempre crescenti.
“Noi Sindaci – continua la lettera – siamo costretti ad impiegare continuamente i nostri pochi agenti di Polizia locale in una continua lotta per arginare e contrastare questo diffuso fenomeno di illiceità, e necessitiamo dell’intervento massiccio delle forze dell’ordine di fronte a numeri davvero preoccupanti di nomadi e mezzi che occupano abusivamente le nostre strade, bivaccando e creando ogni genere di degrado con chi, in quelle aree, lavora, produce, riceve i propri clienti, dando di sé e del nostro Paese un’immagine devastante”.
Tutti e dieci I sindaci hanno chiesto al prefetto di non essere lasciarti soli nell’affrontare questo problema e di essere supportartiin ogni modo possibile, “sia nella gestione operativa delle situazioni sia nel portare avanti soluzioni legislative più efficaci”.
“Il supporto delle istituzioni – si conclude la lettera – è per noi indispensabile affinché questi fenomeni di illegalità possano essere arginati e possibilmente risolti, prima che si manifestino in futuro seri episodi di intolleranza, sempre più pronta ad esplodere tra i cittadini quando la percezione di impotenza diventa insostenibile in qualunque contesto di convivenza civile”.