
Omaggio a due donne. Due grandi donne. Una ha emozionato con le sue canzoni, l’altra era stata dichiarata pazza dal regime fascista, ma non lo era. Affatto. Le loro storie andranno in scena sul palcoscenico del Teatro Cristallo di Cesano Boscone. La prima il 26 febbraio, la seconda il 3 marzo. Qui si parla di Mina, la “Tigre di Cremona” e di Elena di Porto, ebrea ribelle, profondamente anticonformista che aveva tentato in tutti i modi di evitare i rastrellamenti dei tedeschi e le deportazioni dei suoi correligionari.
Vorrei che fosse amore
Si chiama “Vorrei che fosse amore” il concerto recital in omaggio a Mina del 26 febbraio. Il 23 agosto 1978, al Teatro Bussoladomani sul lungomare di Lido di Camaiore, Mina saliva sul palco per il suo ultimo live, prima del definitivo ritiro dalle scene. Un concerto destinato a consacrarla per sempre come la grande icona della musica italiana. E sarà proprio quella notte indimenticabile l’ambientazione del recital a lei dedicato. L’atmosfera e le luci della Bussola, dieci elementi d’orchestra, due attori che, attraverso le canzoni più belle della Tigre di Cremona, svelano la loro insolita storia d’amore.
A interpretarle Silvia Mezzanotte, poliedrica voce tra le più apprezzate del panorama italiano. Dopo il lungo sodalizio artistico con i Matia Bazar e decine di tournée in Italia e all’estero, ha pubblicato tre album da solista e partecipato come protagonista a numerosi spettacoli teatrali e televisivi. È del 2016 la sua vittoria del Tale e Quale Show, con una serie di strepitose esibizioni tra cui spicca l’interpretazione di Brava, canzone portata al successo proprio da Mina.
Elena la Matta
“Elena la matta” racconta la vita di Elena Di Porto, un’abitante del ghetto di Roma dal carattere particolare: dichiarata pazza dal regime, non lo era affatto. Nata nel 1912 da un’umile famiglia ebraica, Elena era una donna dal carattere singolare e ribelle, profondamente anticonformista. Separata dal marito, indipendente, antifascista convinta e temeraria, poco disposta ad accettare passivamente ogni forma di sopruso, soprattutto nei confronti degli altri. Lo spettacolo, inserito in calendario nell’ambito delle iniziative per la Giornata internazionale della Donna, scritto dalla giornalista di Radio 24 Elisabetta Fiorito, trae spunto dal libro di Gaetano Petraglia, La Matta di Piazza Giudìa, edito dalla Giuntina, che, attraverso documenti d’archivio inediti e testimonianze orali, ricostruisce con precisione la vita di questa donna straordinaria.
Nessuno le aveva creduto quando, nei giorni precedenti al 16 ottobre 1943, aveva urlato nel ghetto di Roma che bisognava fuggire per evitare il rastrellamento e la deportazione. Ad Elena, stracciarola più volte ricoverata a Santa Maria della Pietà, il diritto di parola era stato tolto da sempre. “Portare Elena in scena, farla conoscere e farla vivere per me è stato qualcosa di fortissimo, – dice Paola Minaccioni, interprete dello spettacolo -, anche perché è una storia di libertà. Libertà di vita e pensiero che noi purtroppo o per fortuna diamo per scontata ma che invece in altri tempi e circostanze era negata e da conquistare”.
Nata nel ghetto, nel 1912, quando gli ebrei ricchi erano già andati via, ufficialmente pazza dopo il primo ricovero a 15 anni, reclusa tra donne come lei, non omologate, Elena dopo un matrimonio infelice attraversa le leggi razziali, la guerra, il confino e torna nel ’43 in una Roma distrutta e occupata. Apprende nella casa dove lavora come domestica del rastrellamento imminente, lo urla in strada, è inascoltata e derisa. Sarà rassegnata a tacere anche sul treno per Auschwitz dove in tanti continuano a non voler credere al peggio.Le prevendite sono aperte (sul sito www.cristallo.net, su App e in biglietteria).
Inizio spettacoli ore 21.00