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Corsico, via libera al nuovo PGT: è scontro tra il sindaco Stefano Ventura e il consigliere Gigi Ramponi

Maggioranza compatta fuori, ma divisa dentro: Vitali dei 5 Stelle, ha espresso il disagio del suo gruppo, marginalizzato all’interno della maggioranza sui temi urbanistici

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Nella foto, Gigi ramponi (a sx) e Stefano ventura durante il Consiglio comunale di Corsico tenuto ieri sera
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Nella foto, Gigi ramponi (a sx) e Stefano Ventura durante il Consiglio comunale di Corsico tenuto ieri sera

Il Consiglio comunale di Corsico ha approvato l’avvio delle procedure per la redazione del nuovo Piano Generale del Territorio (PGT), lo strumento che guiderà l’urbanistica della città nei prossimi anni. Ma la seduta, tutt’altro che pacifica, ha acceso i riflettori su un duro scontro politico tra il sindaco Stefano Ventura e l’ex capogruppo del Partito Democratico, oggi consigliere di Centro Democratico, Gigi Ramponi.Il piano è passato con i voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra, l’astensione del centrodestra e il voto contrario di Ramponi, che ha motivato la sua opposizione con parole taglienti, criticando non solo il merito del piano ma anche il metodo adottato dall’amministrazione.

Ramponi: “Ventura è il rottamatore delle vecchie giunte di sinistra”

Nel suo intervento, Ramponi ha accusato Ventura di voler prendere le distanze dalle precedenti amministrazioni — quasi tutte espressione della stessa sua area politica — addossando loro le responsabilità dei problemi attuali. Un atteggiamento che, secondo il consigliere, richiama la linea renziana della “rottamazione” a cui Ventura, ex esponente di
Rifondazione Comunista poi passato al PD, non sarebbe immune.«Il sindaco si atteggia a rottamatore della sinistra che lo ha preceduto», ha dichiarato Ramponi, «scaricando colpe per marcare differenze, ma dimenticando di far parte della stessa tradizione politica».

Le varianti approvate prima del PGT: “Un’operazione discutibile”

A inasprire i toni del dibattito è stata la recente approvazione di due varianti urbanistiche — Burgo e Alzaia — che, secondo Ramponi, sarebbero dovute essere posticipate proprio in attesa del nuovo PGT. Nel dettaglio, la variante Burgo consente la trasformazione di un’area  originariamente destinata al terziario in residenziale, riducendo del 20% la volumetria, ma mantenendo l’80% della cubatura iniziale. Un intervento contestato sia per il merito urbanistico sia per le modalità: «La documentazione è arrivata in commissione urbanistica il venerdì per una riunione il lunedì. Un tempo ridottissimo per analizzare oltre 1000 pagine», ha sottolineato il consigliere.La variante Alzaia, invece, è stata approvata con una serie di deroghe urbanistiche, sollevando dubbi su quale sarebbe stata la sua sorte se valutata con i parametri del nuovo PGT. «Meglio anticipare che rischiare il no», avrebbe pensato la maggioranza, secondo Ramponi.

Ventura: “Un piano che guarda al futuro”

Di fronte alle critiche, il sindaco Ventura ha difeso l’operato della giunta e rivendicato l’attivismo dell’amministrazione nel campo delle opere pubbliche, tracciando un solco netto con chi lo ha preceduto. Un atteggiamento che ha ulteriormente irritato l’ex capogruppo dem, che ha accusato il primo cittadino di alimentare divisioni piuttosto che ricercare condivisione. A quel punto, Ramponi ha citato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricordando come “le decisioni della maggioranza non possano violare i diritti delle minoranze”, a testimonianza di un clima sempre più teso nei banchi del consiglio.

Il Movimento 5 Stelle prende le distanze

A intervenire anche il consigliere Vitali del Movimento 5 Stelle, che ha espresso il disagio del suo gruppo, marginalizzato all’interno della maggioranza. Un malessere già emerso durante il voto sulla variante Burgo, quando lo stesso Vitali aveva lasciato l’aula per non votare, salvo poi rientrare in un secondo momento, tra non pochi malumori.

Una maggioranza compatta fuori, ma divisa dentro

Nonostante il voto favorevole, il dibattito ha evidenziato una maggioranza solo apparentemente unita, con spaccature politiche e personali che rischiano di emergere in modo sempre più evidente man mano che si avvicina la fine del mandato, prevista per il maggio 2026.Fino ad allora, a Corsico si prevede un clima acceso: tra varianti, piani urbanistici e rese dei conti interne a sinistra, la stagione amministrativa si preannuncia tutt’altro che tranquilla.

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