
L’altra sera si è tenuto il primo incontro con i residenti sul futuro della nuova biblioteca di Corsico: l’amministrazione insieme ai soggetti – associazioni e fondazioni – che parteciperanno alla sua rinascita, hanno illustrato quali saranno le prossime tappe. Pochi i giovani, principali destinatari dell’iniziativa, presenti. L’amministrazione comunale ha deciso il luogo in cui sorgerà, come sarà riqualificato l’immobile (nuove tecnologie, presenza di un bar-bistrò) e gli arredi: ai partecipanti/cittadini, invece, il compito – come ha precisato il dirigente dell’ufficio cultura – di co-progettarne “contenuti e valori”. Cosa significa? In buona sostanza ci saranno spazi in cui i residenti potranno organizzare iniziative di vario genere.
“Frontman” della serata, il sindaco Stefano Ventura che ha raccontato “la storiella della biblioteca”, da quando era in via Buonarroti, a quando si è ampliata spostandosi provvisoriamente nel seminterrato della scuola di via Dante a quando è “naufragata”, come è avvenuto. Ha poi evidenziato la necessità di nuovi spazi e la volontà politica di portare a Corsico un nuovo “concept” e creare qualcosa che non esista già nel sud Milano.
“Un ente pubblico che mantiene una biblioteca in un seminterrato dà un’ immagine pessima di quella che ritiene essere la conoscenza, lo studio, l’impego e la crescita collettiva. – ha sottolineato il primo cittadino – Ho sempre ritenuto che la biblioteca debba rappresentare tutta la comunità e quindi, l’immagine da trasmettere è quella di un luogo di studio e lavoro, in cui poter crescere come persone, come uomini e come donne. Da questa visione nasce l‘idea di dare alla biblioteca un volto nuovo, in uno spazio completamente diverso. Abbiamo scelto una zona di confine tra Corsico e Milano, dove si incrociano persone che arrivano da luoghi diversi, un luogo adiacente ad una via d’acqua e fatto di vetrate dove il filtrare della luce rimandi al concetto di trasparenza. Secondo noi, questo è il posto giusto per la nostra visione, ora, questa visone va trasformata in realtà”.
Partiamo dai punti fissi: il luogo. E’ stato individuato il sottoponte Galetti, quella struttura alle porte di Milano che un tempo, ospitava il Blanco cafè, un locale che è stato chiuso per l’impatto negativo che aveva sul quartiere. Saranno ristrutturati gli spazi interni: la parte circolare che ospiterà (su due piani e circa 300 mq) la biblioteca e l’area a vetrate che ospiterà un bar-bistrò (circa 150mq). Un progetto che costerà alla comunità almeno 2 milioni di euro. Ma come ha detto il sindaco: il valore e la funzione del servizio sono più importanti del costo.
“Fondazione per leggere” e la cooperativa “Io ascolto” si sono addentrati maggiormente nelle parte creativa: hanno spiegato come le biblioteche possono essere diverse: da luogo di scambio di libri a scambio di vinili, semi e piante, per continuare con la realizzazione di spazi suddivisi per fasce d’età o per funzioni: studio, silenzio, relax… Punto comune è la creazione di attrazioni che possano far avvicinare le persone alla cultura. Insomma, secondo i promotori, le biblioteche rappresentano oggi spazi da vivere, spazi a disposizione della comunità, luoghi in cui ci si ritrova, ci si aggrega e ci si incontra con tutte le diversità che rappresenta.
Nel corso della serata non sono mancate le contestazioni, che non sono piaciute ai rappresentanti della maggioranza seduti in platea e a qualche fan della giunta Ventura. A muovere le prime critiche sono stati due ragazzi – gli studenti o i ragazzi vicini all’età scolare o universitaria si contavano sulle dita di una mano – hanno chiesto spiegazioni sulla necessità di dotare la biblioteca di un bar – ristorante. Hanno riportato diversi esempi di come una biblioteca possa essere attrattiva anche senza bar-ristorante (Buccinasco, Assago, Rozzano). La concentrazione, per molti studenti, è un elemento fondamentale per lo studio.
Perplessità le hanno sollevate anche i residenti della zona che, già in passato hanno dovuto fare i conti con il disagio del bar poi, fortunatamente chiuso. La presenza di una biblioteca, di un bar- bistrò andranno sicuramente ad impattare sulla vivibilità, sui parcheggi, sull’ordine e sulla pulizia dei luoghi, insomma sulla vivibilità del quartiere. Quello che è stato chiesto è di seguire lo sviluppo di questo progetto e far in modo che la nuova biblioteca sia veramente una risorsa e non si trasformi nell’ennesimo problema del quartiere, un centro sociale.
Sono state inoltre avanzate richieste e chiarimenti sui costi dell’operazione, sull’eventuale ritorno e su come sarà affidato lo spazio bistrò. Arredato? Vuoto? Quanto costerà? Quanto pagheranno di affitto coloro che otterranno in appalto il bar e gli altri servizi. Quanto porterà alla comunità? Ma anche questo è già stato deciso: a breve sarà pubblicato il bando.