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Corsico, nuova biblioteca sotto il ponte Galetti: tra entusiasmo e interrogativi sulla gestione

I lavori, ormai in fase conclusiva, rappresentano un investimento pubblico di circa 2 milioni di euro

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Nella foto, il ponte Galetti, dove sorgerà il nuovo polo culturale corsichese
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Nella foto, il ponte Galetti, dove sorgerà il nuovo polo culturale corsichese

Corsico si prepara ad accogliere un nuovo polo culturale: la trasformazione della struttura situata sotto il ponte Galetti è quasi completata. Al suo interno sorgerà la nuova biblioteca comunale, arricchita da uno spazio che ospiterà un caffè letterario. I lavori rappresentano un investimento pubblico di circa 2 milioni di euro, cifra che comprende la ristrutturazione completa, l’arredo e le dotazioni interne della futura biblioteca. E non solo.

Il Comune ha annunciato l’avvio di un percorso partecipato per decidere insieme a cittadini, associazioni e professionisti il futuro del nuovo spazio culturale. Il primo appuntamento pubblico è previsto per giovedì 19 giugno alle ore 21 presso il saloncino “La Pianta” di via Leopardi. Obiettivo: costruire un progetto condiviso che tenga conto delle esigenze della comunità. “La coprogettazione è una bellissima modalità di costruzione dei servizi pubblici perché pone l’utente al centro della riflessione e della decisione”, ha dichiarato il sindaco Stefano Martino Ventura, in un post, sottolineando la volontà dell’amministrazione di adottare un approccio partecipativo.
Tuttavia, accanto all’entusiasmo per la nascita di un nuovo polo culturale cittadino, non mancano le perplessità. Le domande sollevate da diversi cittadini e realtà associative riguardano principalmente la gestione degli spazi e i criteri con cui verranno assegnati. Il nodo centrale riguarda proprio la futura gestione del polo e, in particolare, del caffè letterario che troverà spazio all’interno della struttura. In passato, alcuni casi controversi — come l’utilizzo del area del parco ex Pozzi, trasformata in un chiringuito-discoteca — hanno generato polemiche sulla trasparenza, l’equità nell’affidamento degli spazi pubblici e l’ammontare, spesso irrisorio, del tributo versato dai privati per il loro utilizzo.
Molti si chiedono se esista già un progetto di gestione degli spazi, comprensivo di attribuzione dei costi, delle responsabilità e di eventuali ritorni economici per il Comune. È previsto un capitolato pubblico da sottoporre a chi fosse interessato alla gestione del caffè  letterario? L’amministrazione ha intenzione di avvalersi di risorse comunali, o la gestione sarà interamente privata? E ancora: i proventi generati andranno a sostenere il progetto culturale nel suo complesso o finiranno per avvantaggiare pochi soggetti? E’ una questione di trasparenza e responsabilità
La cifra investita — due milioni di euro di fondi pubblici — solleva una domanda fondamentale: si tratta di un investimento destinato a generare valore per la collettività, oppure sarà un costo a fondo perduto senza ritorni, economici o sociali, nel medio-lungo termine? È fondamentale, in questa fase di avvio, che l’amministrazione dia  risposte chiare e tracciabili, evitando che qualcuno possa beneficiare in via esclusiva dei vantaggi economici derivanti dall’uso di uno spazio nato per essere di tutti.  Il coinvolgimento pubblico è un ottimo inizio, ma sarà la trasparenza nella gestione e nelle modalità di affidamento a fare davvero la differenza.

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