mercoledì, Settembre 18, 2024
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Corsico, l’ex capogruppo del Pd si dimette dal partito che fu di Berlinguer

Protocollata questa mattina la lettera di dimissioni di Gianluigi Ramponi: “Sono venute meno le motivazioni per l’appartenenza al circolo Pd”

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Erano nell’aria e sono arrivate. Cosa? Le dimissioni dell’ex capogruppo del Pd in Consiglio comunale di Corsico, dal partito democratico. Le ha formalizzate lo stesso Gianluigi Ramponi con una lettera protocollata questa mattina. Lettera indirizzata al presidente del consiglio comunale e ai capigruppo.

Venute meno le motivazioni

“Vi comunico – c’è scritto – che con decorrenza immediata, cessa la mia adesione al gruppo del Partito Democratico essendo venute meno le motivazioni per l’appartenenza al circolo Pd di Corsico”. Ramponi però non abbandona la politica locale. Anzi. “Secondo le norme regolamentari e statutarie – continua la sua lettera – parteciperò al Consiglio comunale nel gruppo misto in rappresentanza del Centro Democratico”.

Identità politica messa in dubbio

L’ex sindacalista ha promesso che comunque “continuerò a svolgere il mio incarico di consigliere nel centro-sinistra”. Così, un altro dei protagonisti della campagna che ha portato sulla poltrona di primo cittadino il sindaco Stefano Ventura abbandona il carro dei vincitori, per non rinunciare alla propria identità politica messa in dubbio dalle scelte che hanno caratterizzato questi ormai tre anni di amministrazione Ventura.

L’intervista

Che vivesse con disagio il suo ruolo all’interno del Consiglio era emerso durante un’intervista rilasciata dallo stesso politico a pocketnews.it qualche mese fa (leggi qui). Ramponi ha 75 anni: per 30 è stato sindacalista della Cisl bancari e per altri 12 si è occupato di formazione per conto di alcune importanti aziende italiane. Tre anni fa era sceso nell’agone politico “per dare una mano al Pd che aveva bisogno di aiuto”, aveva detto. Dopo le elezioni era stato nominato capogruppo dei democratici nel Consiglio comunale di Corsico.

Un altro concetto di capo

L’incarico era durato solo un anno. Poi aveva dato le dimissioni. Il motivo? “Si è rotto – aveva detto a pocketnews.it – il rapporto di fiducia con il sindaco Ventura: non mi piaceva essere il capo degli «alzatori di mano». Io ho un altro concetto di capo. Ventura ascolta poco e, essendo stato eletto direttamente dal popolo, crede di dover rispondere solo al popolo”. Già da allora avevamo ipotizzato che non sarebbe durato a lungo all’interno del Pd. È di poche settimane fa la notizia che era stato denunciato ai probiviri del partito.

Lo zar

Così, dopo Isabella Stoppa, rimpianta da chiunque l’abbia conosciuta e ne abbia apprezzate le doti, lascia anche lui. In questo modo la coalizione alla guida di Corsico perde i rappresentanti del mondo cattolico che avevano contribuito in larga parte all’elezione di Ventura. Dopo aver creato la sua corte, lo zar sta costringendo alle dimissioni tutti coloro che interferiscono con i suoi programmi.

1 commento

  1. Che poi cosa c’entra Berliguer con tutti questi chierichetti e sacrestani?

    E cosa c’entra lo zar? Forse vi siete sbagliati, volevate dire la star (vedi Gente e simili rotocalchi on line)

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