La Cross productions ha acquisito i diritti cinematografici sull’opera rimasta a lungo in gara per il premio Strega…
Dall’esordio letterario, al grande schermo. Un crescendo rossiniano sta investendo Jonathan Bazzi, l’autore di Rozzano che con la sua autobiografia ha sparigliato il panorama dell’editoria italiana. Infatti, il libro con il quale ha debuttato, “Febbre”, edito da Fandango Libri, rimasto a lungo in corsa per il Premio Strega, diventerà un film. Nei giorni scorsi, la Cross Productions ne ha acquisito i diritti audiovisivi.
All’ombra della torre
Bazzi ha vissuto a Rozzano un’adolescenza, all’ombra delle torre Telecom, fatta di persecuzioni e di emarginazione. “Febbre” è un’autobiografia sull’essere cresciuto, in una città difficile, dai nonni perché mamma e papà, separati da quando aveva 3 anni, vivevano altrove. La sua è stata una vita condita di solitudine, sino alla scoperta dell’omosessualità e della sieropositività. Alla fine del 2016 ha deciso di parlare pubblicamente del male che lo ha colpito con un articolo: “Ho l’HIV e per proteggermi vi racconterò tutto” diffuso in occasione della Giornata Mondiale contro l’Aids.
I premi
Da allora per Bazzi è cambiato tutto. Ha descritto senza remore la sua vita difficile, tanto da meritarsi diversi premi letterari. L’ultimo, in ordine di tempo, è il prestigioso “Bagutta giovani”, sezione opera prima, poi la selezione al premio Strega. Oggi la notizia che il suo libro diventerà un film. Altro che crescendo rossiniano.
La Febbre
Nel romanzo, Jonathan ha 31 anni nel 2016, un giorno di gennaio gli viene la febbre e non va più via, una febbretta, costante, spossante. Aspetta un mese, due, cerca di capire, fa analisi, pensa di essere all’ultimo stadio di una malattia mortale. La sua paranoia continua fino al giorno in cui non arriva il test dell’Hiv e la realtà si rivela: Jonathan è sieropositivo.
Il d-day
A partire dal d-day che ha cambiato la sua vita con una diagnosi definitiva, l’autore accompagna il lettore indietro nel tempo, all’origine della sua storia, nella periferia in cui è cresciuto, Rozzano – o Rozzangeles -, il Bronx del Sud (di Milano), la terra di origine dei rapper, di Fedez e di Mahmood, il paese dei tossici, degli operai, delle famiglie venute dal Meridione per lavori da poveri.
La via di salvezza
Figlio di genitori ragazzini che presto si separano, allevato da due coppie di nonni, cerca la sua personale via di salvezza e di riscatto, dalla predestinazione della periferia, dalla balbuzie, da tutte le cose sbagliate che incarna (colto, emotivo, omosessuale, ironico) e che lo rendono diverso. Una via di salvezza arrivata con la sua “Febbre”.
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