giovedì - 25 Aprile 2024
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Chi è Marco Lavatelli, titolare della Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano indagato per traffico di rifiuti

L’imprenditore avrebbe fornito illecitamente a una società piemontese che sta costruendo la tangenziale di Novara, più mezzo milione di tonnellate di rifiuti terrosi di scavo

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Nella foto, Marco Lavatelli, l’imprenditore titolare della Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano coinvolto, secondo l’accusa, in un traffico illecito di rifiuti

Sei milioni di euro su 90, a tanto ammonta il sequestro ordinato dalla Procura di Milano nei confronti dei beni di Marco Lavatelli, l’imprenditore titolare della Immobiliare Cave Sabbia di Trezzano coinvolto, secondo l’accusa, in un traffico illecito di rifiuti, che ha visto al lavoro gli inquirenti di Milano, Reggio Calabria e un nutrito gruppo di investigatori tedeschi. Oltre alla cava in cui riciclava materiali che avrebbe dovuto bonificare, a Lavatelli è stato sequestrato anche un super attico a Citylife quello sotto sotto l’appartamento di Chiara Ferragni e Fedez (non è una notizia, ma è lì che si trova).

L’accusa

Lavatelli avrebbe fornito illecitamente alla «Novara s.c.a.r.l.», società piemontese che sta costruendo la tangenziale di Novara, più mezzo milione di tonnellate di rifiuti terrosi di scavo mescolati tra loro, anziché trasformati (nell’impianto milanese ora sequestrato in via Martirano-frazione Cascina Guascona) in materiale aggregato riciclato e legalmente rivendibile con profitto. Anche il cantiere, dove secondo l’accusa venivano interrati i rifiuti non classificati, è stato sequestrato perché i magistrati vogliono capire se i materiali forniti rappresentano un pericolo per la sicurezza. Lavatelli è indagato per traffico di rifiuti, insieme a quattro manager della sua azienda e tre funzionari di Novara Scarl.

Un sistema organizzato

Ma chi è Lavatelli. Secondo la Procura milanese sono da approfondire i suoi rapporti con Paolo Portolesi, indicato da più parti come l’uomo delegato dalla ‘ndrangheta per mettere le mani sui cantieri delle Olimpiadi Milano-Cortina. Ma questo è un altro aspetto delle indagini. Al momento, è accusato di aver sovracaricato di rifiuti il suo impianto in violazione di qualsivoglia autorizzazione, sia del fatto che i rifiuti venissero gestiti abusivamente, “il tutto allestendo un sistema organizzato di uomini, mezzi e attività”.

Il profilo

Un suo ritratto lo traccia Repubblica che ha recuperato alcune interviste rilasciate negli anni scorsi. Interviste in cui Marco Lavatelli “si raccontava come un convinto innovatore nel settore del riciclo dei rifiuti, pronto a dare il suo contributo alle grandi trasformazioni urbanistiche della città. “La nostra zona di riferimento, ossia l’area milanese – spiegava l’imprenditore in un’intervista online del 2019 – è in una fase di grande fermento, che sta generando forti aspettative. In primo luogo, tutti speriamo nell’assegnazione a Milano delle Olimpiadi Invernali del 2026. Inoltre, sono in programma importanti progetti di riqualificazione di vaste aree urbane, come gli scali ferroviari, e la realizzazione di nuovi centri commerciali”.

Una “condotta spregiudicata”

“L’innovazione – recitava – è sempre stata una nostra caratteristica: al momento attuale stiamo lavorando per l’ottimizzazione del nostro più recente prodotto, ossia misto cementato e asfalto ottenuti interamente da materiali di ricupero”. Peccato che l’opinione dei magistrati sul suo conto sia “leggermente” diversa. Dagli atti dell’inchiesta in cui è indagato per traffico di rifiuti, insieme a quattro manager della sua azienda e tre funzionari di Novara Scarl emerge il profilo di chi fa delle scelte illecite consapevolmente adottando una “condotta spregiudicata”. “Bisogna mettere le macchine che lavorano giorno e notte”, esortava, intercettato, al telefono. In un’altra intercettazione pubblicata da Repubblica, faceva pressioni a un suo collaboratore: “Abbiamo un mese e mezzo per svuotare Trezzano Non si può aspettare, bisogna far partire sta roba”.

La corsa contro il tempo

Chiedeva di fare “turni h24, sabato e domenica, bisogna che ci mettiamo sotto perché non abbiamo tempo di ragionare”. Una vera corsa contro il tempo. “Siamo a cento e passa mila di stoccato per cui avrò due mesi di lavoro giorno e notte per rientrare nei quantitativi”. Secondo uno dei testimoni sentito durante l’inchiesta, nell’impianto di proprietà della Immobiliare Cave Sabbia Trezzano “Il cumulo di scarico dei rifiuti è unico e non è organizzato in modo da tener separate le diverse tipologie di rifiuti in ingresso”. Rifiuti poi mischiati che sono finiti nella Tangenziale di Novara e che gli sono costati sei milioni di euro, compreso l’appartamento a Citylife sotto quello dei Ferragni-Fedez

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