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Che cosa sono le tasse di successione e chi deve pagarle

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Tassa di successione: l’imposta si calcola sul valore complessivo dell'eredità lasciata dal defunto

La tassa di successione è un’imposta che gli eredi devono pagare sul patrimonio lasciato dal defunto. L’imposta si calcola sul valore complessivo dell’eredità lasciata dal defunto. Per capire se gli eredi devono pagarla, occorre tenere in considerazione oltre all’ammontare del patrimonio anche il grado di parentela che incide sulla soglia di esonero e sull’aliquota da applicare al calcolo: quest’ultima varia in base al rapporto di parentela tra defunto e beneficiario. Quali sono i costi? Chi deve pagare e quando? 

La tassa di successione è un’imposta che le persone che ricevono in eredità un patrimonio, lasciato da un congiunto defunto, devono pagare allo Stato sulla base della dichiarazione di successione presentata all’Agenzia delle Entrate. Dal 1° gennaio 2017 si potrà pagare tramite il modello F24, compilabile anche online. Lo stesso modello potrà essere utilizzato per il versamento di interessi e sanzioni dovuti a proposito della presentazione della stessa dichiarazione di successione. Per consentire l’adeguamento delle procedure attualmente in uso alle nuove modalità di pagamento, fino al 31 dicembre 2016 può essere utilizzato il modello F23, in alternativa al modello F24.

È l’unica tassa da pagare quando si eredita un immobile?

No, non è l’unica tassa da pagare. Alla tassa di successione si devono aggiungere anche le volture catastali e, innanzitutto, saldate le imposte ipotecarie e catastali. Bisogna fare attenzione perché, mentre la dichiarazione di successione può essere presentata entro un anno dal decesso, e la relativa imposta è liquidata dall’Agenzia delle Entrate entro tre anni, le imposte ipotecarie e catastali (la prima pari al 2%, e la seconda all’1% del valore dell’immobile) devono essere liquidate prima della presentazione della dichiarazione di successione. Alcune eccezioni sono previste per la prima casa.  L’imposta si calcola sul valore complessivo dell’eredità lasciata dal defunto. Inoltre, per calcolare quanto e se gli eredi devono pagarla, occorre tenere in considerazione oltre all’ammontare del patrimonio anche il grado di parentela che incide sulla soglia di esonero e sull’aliquota da applicare al calcolo: quest’ultima varia in base al rapporto di parentela tra defunto e beneficiario.

Come si calcola il valore del patrimonio ereditario?

Si determina sommando il contenuto dei conti correnti, dei depositi, di tutti i beni mobili del defunto, al valore degli immobili posseduti che si calcola in questo modo, si rivaluta la rendita catastale del 5%, e il risultato va moltiplicato per uno dei seguenti coefficienti:
• 110, per la prima casa;
• 120, per i fabbricati appartenenti ai gruppi catastali A e C (esclusi A/10 e C/1);
• 140, per i fabbricati appartenenti al gruppo catastale B;
• 60, per i fabbricati delle categorie A/10 (uffici e studi privati) e D;
• 40,8, per i fabbricati delle categorie C/1 (negozi e botteghe) ed E.
Il valore dei terreni non edificabili si determina moltiplicando per 90 il reddito dominicale già rivalutato del 25%.

Pagano tutti o esistono esenzioni?

Esistono delle franchigie, che, in parole povere, sono delle soglie esenti da tassazione. Per esempio l’esonero da parte degli eredi di presentare la dichiarazione di successione per eredità sotto i 100 mila euro.  Infatti, non è obbligatorio presentare la dichiarazione di successione quando l’eredità, lasciata dal defunto al coniuge e ai parenti in linea retta, ha un valore non superiore a 100 mila euro e se non comprende beni immobili o diritti immobiliari. Per questo motivo, se è il marito che viene a mancare, e la moglie e i figli ereditano il patrimonio, se questo è al di sotto dei 100 mila euro e non comprende case, negozi, terreni intestati al defunto o non vi sono diritti immobiliari, non è necessario fare la dichiarazione di successione.

Quali beni sono tassati?

 L’imposta grava sull’intero patrimonio ereditato, e cioè sui beni immobili di qualsiasi genere fabbricati (case, negozi, immobili) terreni agricoli o edificabili. Grava anche sui beni mobili, comprese barche, gioielli, opere d’arte, conti correnti bancari e postali, denaro, investimenti come per esempio azioni, obbligazioni, fondi fiduciari, assicurazioni vita. Infine, concorrono a formare il patrimonio ereditario anche aziende e partecipazioni in società di ogni genere, escluso alcuni casi di esenzione previsti dalla legge.

Quali beni sono esclusi dall’imposta?

I beni esclusi dall’imposta di successione sono i Titoli di Stato e Titoli di debito pubblico compresi i Buoni del Tesoro, Certificati di Credito del Tesoro e i Buoni del Tesoro Poliennali; Aziende familiari e partecipazioni sociali in società di capitali o cooperative o di mutua assicurazione con sede in Italia: l’esclusione dall’imposta spetta solo per le partecipazioni attraverso le quali si acquisisce o si integra il controllo della società, a patto però che per almeno cinque anni gli eredi proseguano l’attività di impresa e/o detengano il controllo della stessa. E poi anche il Tfr e le altre indennità che spettano per diritto agli eredi, i beni culturali sottoposti a vincolo culturale prima della successione, a patto che siano stati adempiuti gli obblighi di conservazione e protezione, i crediti verso lo Stato.

Chi deve pagare la tassa di successione? 

In prima battuta il coniuge, i figli e i parenti stretti. La tassa si calcola solo sulla quota che eccede la franchigia da 1.000.000 di euro. Ciò significa che se un figlio riceve in eredità una casa dal proprio genitore, non deve pagare l’imposta di successione se il valore catastale dell’immobile non supera la suddetta soglia per la propria quota di eredità. Nel caso in cui, detta quota superi la franchigia, il figlio pagherà l’imposta sulla parte eccedente. In questo caso, l’aliquota da applicare è del 4% + imposta catastale e ipotecaria. La devono pagare anche i fratelli e le sorelle che ereditano: anche in questo caso, la tassa di successione deve essere pagata solo nel caso in cui il patrimonio supera la franchigia da 100 mila euro. Se la propria quota è superiore alla soglia, si applica un’aliquota pari al 6% sulla parte eccedente.
La pagano anche i parenti, fino al 4° grado se affini in linea retta, sino al 3° se affini in linea correlata e cioè nipoti, zii e cugini di primo grado e suoceri e cognati. In questo caso non si applica alcuna franchigia: si applica un’aliquota tassa di successione pari al 6%. SE ereditano altri soggetti, per esempio il convivente, non esiste nessuna franchigia e aliquota è dell’8%. In caso di eredi disabili, la quota della franchigia sale a 1.500.00 euro. 

Quando si deve pagare la tassa di successione?

L’imposta va pagata, in seguito alla presentazione della dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate.
 
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Per maggiori info: ilnuovocentrodati@yahoo.it

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