
Il quartiere Tessera, a Cesano Boscone, è abitato da persone anziane e da molti disabili, è noto già, ma le disavventure della scala al civico 21 di via Gramsci, rischiano di diventare famose. Delle vere e proprie leggende metropolitane, di cui non se ne sente affatto bisogno. Cosa è accaduto? Dopo che agli inizi di dicembre hanno montato un nuovo e moderno ascensore, sono cominciati altri guai. Guai seri, almeno per chi ci abita. Trascorsi infatti poco meno di 15 giorni di funzionamento, il nuovo ascensore ha iniziato a dare problemi con le porte e i sensori. L’altro, quello che funzionava da 60 anni e, che più che logoro, consumato, era tenuto insieme da mastri adesivi più o meno resistenti, graffette e da rivetti, si bloccava al massimo una volta ogni 2 o 3 anni.
I vigili del fuoco
C’è stato un primo intervento dei tecnici e dopo una giornata di fermo, il nuovo ascensore sembrava funzionare. Poi ha iniziato ad arrivare al piano con dei saltini e due giorni fa, il disastro. I saltini sono diventati saltoni, sino a quando una signora disabile con la sua cagnolina sono rimaste chiuse dentro la cabina bloccata fra due piani. Le sue urla d’aiuto non si sentivano all’esterno e il campanello di allarme pareva non dare riscontri. Sempre più impaurita, la signora ha chiamato la figlia che abita in un’altra città al cellulare, la quale ha chiesto aiuto al 112. Sono quindi arrivati i Vigili del fuoco che, con molta fatica, hanno liberato la signora e la cagnolina.
Un calvario alto sette piani
Nei sette piani di via Gramsci 21 abitano 3 disabili al 100% con gravi difficoltà di deambulazione. Sulla porta dell’ascensore, ma solo quella del piano terreno, è apparso due giorni prima di Natale un biglietto “ci scusiamo per i disaggi, l’ascensore sarà ripristinato entro il 24/12/24″. Se nemmeno l’incaricato di affiggere i cartelli se la è sentita di fare 7 piani a piedi per mettere un biglietto ad ogni piano, figuriamoci come si sono sentiti i disabili che abitano lì. Alle 11 della mattina del 24 dicembre, i tecnici non si sono visti.
La centralinista
Qualcuno, sull’orlo di una crisi di nervi, ha chiamato il numero di emergenza dell’azienda dell’ascensore. Una gentile signorina ha risposto di sapere solo che “l’ascensore è fermo e che se c’era il cartello al piano terreno i residenti ne sapevano più di loro”. La centralinista ha suggerito di aspettare la fine della giornata lavorativa per avere ulteriori informazioni. Le è stato chiesto cosa pteva succedere se non avessero ripristinato l’ascensore entro le 17.30 della vigilia. Non lo sapeva. Già dalle risposte non è stato difficile intuire che se non fossero intervenutoo, l’ascensore sarebbe stato fermo a Natale, Santo Stefano e oltre.
Natale senza cometa
Il giorno dopo era Natale. Un giorno che chi è anziano, specie se obbligato su una carrozzina, aspetta tutto l’anno. C’è la Messa, cui tanti tengono. I figli lontani, anche loro non giovanissimi, tornano a casa. C’è chi arriva con pentole e pentolini per il pranzo a casa della mamma. C’è il tempo di ritrovarsi con un po’ di calma, di godersi quella compagnia che, durante l’anno, la fretta del lavoro e la mancanza di tempo, non permette. “Tutto questo non c’è stato, o almeno c’è stato a costo di indicibili fatiche – racconta a pocketnews.it la figlia di una delle disabili che vivono nell’edificio -. Io vorrei far capire una cosa che non sono riuscita a far capire alla gentile centralinista dell’Azienda del Vecchio. Quando si è anziani e senza la possibilità di camminare, l’ascensore che non funziona non è un disagio, è un’emergenza. In questi casi è uno strumento necessario e vitale quanto un respiratore meccanico”.